Questa mattina si è svolta una conferenza stampa alla sede romana del comitato referendario Vota Si per fermare le trivelle “per ribadire l’importanza del referendum” e “per rilanciare l’appello contenete le dieci ragioni per le quali è importante votare si il 17 Aprile” ma anche “per annunciare il fine settimana di mobilitazione nazionale dell’8-9-10 aprile lungo tutto lo stivale, con appuntamento finale il 10 Aprile a Bari con un grande concerto.”
Alla conferenza erano presenti il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a nome del Comitato promotore della Regione Puglia, Rossella Muroni e Dante Caserta in rappresentanza del Comitato Vota Si per fermare le trivelle.
“È insensato puntare sull’estrazione di gas e petrolio per garantire la nostra indipendenza energetica, il futur dell’energia non passa dalle trivelle e dalle fonti fossili, ma dalle rinnovabili e dall’efficienza come dimostrano molti comuni che in questi anni hanno scommesso su una gestione innovativa e sostenibile del territorio. Per questo al referendum del 17 aprile chiediamo di votare sì per fermare le trivelle, per salvaguardare l’ambiente, l’ecosistema marino e le sue ricchezze, per difendere i posti di lavoro dati dal turismo e dalla pesca, e per riaffermare il protagonismo e la vocazione dei territori che parla di agricoltura, turismo, cultura e sostenibilità. Un sì importante che guarda al futuro fatto di energia rinnovabile, innovazione e rispetto della vocazione dei territori. Per questo chiediamo al Governo Renzi di abbandonare le fonti fossili e dotare al più presto l’Italia di una strategia energetica nazionale all’altezza delle sfide attuali e in linea con gli accordi della Cop 21”, dichiara Rossella Muroni in rappresentanza del comitato referendario.
“L’iniziativa referendaria delle Regioni – aggiunge Dante Caserta, sempre del comitato referendario – è un fatto eclatante nella storia repubblicana e mette in discussione una politica energetica fatta a suon di decreti legge in cui il Governo impone le sue politiche frutto di mera improvvisazione e di equilibri corporativi. È dal 1988 che l’Italia non ha un Piano Energetico Nazionale, mentre la Strategia Energetica Nazionale del 2013 è nata morta. Noi chiediamo una Conferenza nazionale per discutere dei nuovi obiettivi post Parigi per andare decisamente verso la direzione della decarbonizzazione dell’economia, un’emancipazione dalle fonti fossili che tuteli l’ambiente e crei nuovi posti di lavoro. Il 17 aprile sarà occasione per ribadire queste nostre richieste che saranno anche al centro della mobilitazione del weekend 8/10 aprile e del concerto di Bari.”
“L’impegno della Fiom a difesa dell’ambiente – dichiara Maurizio Landini, segretario generale della Fiom – parte dall’idea che l’industria deve essere compatibile con il territorio e con le persone che lo abitano. Questa sfida rilevante parte anche da una riflessione sulla vicenda dell’Ilva di Taranto, dove il giusto e imprescindibile impegno per la salute delle persone e il rispetto del territorio devono essere compatibili con l’esistenza di un industria strategica per l’Italia. L’impegno della Fiom parte dal presupposto che è necessaria una nuova politica energetica che riduca il peso del fossile e una nuova politica industriale che definisca una vera e innovativa filiera produttiva. Il SI al quesito referendario non produce disoccupati. Il referendum è stato indetto su richiesta di 9 Consigli regionali e chiede che le concessioni non siano più date senza limiti e senza nessun ruolo delle stesse Regioni al fine di considerare il mare un bene comune.”
“Noi il referendum lo abbiamo già vinto cinque a zero contro il Governo – spiega il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – Se non lo avessimo proposto avremmo le trivellazioni entro le dodici miglia, vicino alle spiagge più belle di Italia. Adesso si tratta di arrivare alla fine, andando a votare il 17 aprile per impedire queste autorizzazioni “highlander”, eterne, concesse ai petrolieri. Le autorizzazioni devono avere una scadenza, altrimenti diventano un’espropriazione del bene pubblico. Questo è un referendum che tutela il nostro mare, ma anche l’articolo 97 della Costituzione, butta fuori le lobby dalla procedura legislativa, che è stato il cruccio più grande di questi giorni. E in questo modo si recupera quella che noi chiamiamo l’imparzialità della pubblica amministrazione, senza la quale non ci sono diritti, non ci sono garanzie, e soprattutto c’è l’impressione che le istituzioni, anziché essere formate per garantire le persone, siano sviate per garantire singoli gruppi, socialmente irrilevanti, ma economicamente influenti. Continuiamo la nostra campagna per il SI al fianco di questa parte meravigliosa del Paese che difende il suo mare.”
Gli organizzatori hanno annunciato che durante il fine settimana si svolgeranno numerose iniziative in tutte le città e si concluderà il 10 aprile con la manifestazione/concerto di Bari alla quale stanno aderendo istituzioni, associazioni no triv, rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo che si alterneranno sul palco per sostenere le ragioni del si al referendum del 17 aprile.