Da Milano il segretario della Cgil richiama la piazza: “è arrivato il momento di una vera rivolta sociale, perché avanti cosi non si può andare”, ha detto in conclusione dell’assemblea che ha riunito 1500 delegati di tutta Italia, “non abbiamo altro strumento che chiedere alle persone di scendere in piazza con noi e di battersi, rinunciando a una giornata di stipendio per dire basta a questa situazione”.
L’appello di Landini e’ finalizzato allo sciopero generale indetto per il 29 novembre, al quale ha sollecitato nel corso del suo intervento, a una forte partecipazione. “Sarebbe utile che anche la politica si occupasse di questi temi, della condizioni materiali e di vita delle persone, perché i bisogni dei cittadini, il salario, la sanità, lo studio, la stabilità devono tornare al centro- ha proseguito il leader Cgil- . E noi vogliamo migliorarle la condizione delle persone. E siccome la politica non ci ascolta non abbiamo altro strumento che chiedere alle persone di scendere in piazza e di fare sciopero”.
Quanto agli attacchi ricevuti dalla Cgil, e da lui personalmente, il segretario afferma che “c’e un limite alla delegittimazione e alle balle. Quello che si vuole far passare e’ che il sindacato e’ inutile. Ma l’attacco a una organizzazione come la nostra vuol dire mettere in discussione anche la democrazia”.
Landini ha riassunto poi le parole d’ordine: “la nostra lotta e’ per la pace, per il lavoro, la liberta’ e la democrazia”, ha scandito, ma nello stesso tempo ammesso di non poter dare ai lavoratori la certezza che le battaglie sindacali avranno un esito positivo: “non so se riusciremo a portare a casa tutto, ma ci sono dei momenti nei quali devi avere il coraggio di osare, di fare una battaglia anche se non hai la certezza di vincerla. Ma sai che se non la combatti è già persa”. Dunque, ha concluso, “è il momento di far vedere la forza della Cgil, il momento di riprenderci la scena”.
Nunzia Penelope