Alla Fiat “se si passa ai licenziamenti non c’è possibilità di ricostruire il dialogo” tra azienda e sindacato. Così il leader della Fiom, Maurizio Landini, commenta a Repubblica Tv le nuove tensioni nello stabilimento Fiat di Mirafiori per il licenziamento di un delegato della Fiom e in quello di Melfi dove sono stati sospesi tre operai fra cui due delegati. “Si sta tentando di metter in discussione i diritti di delegati e lavoratori” ha detto Landini, aggiungendo che la Fiat “deve fare una valutazione concreta” tenendo conto che per Pomigliano “non c’è stata una trattativa e che Marchionne ha fatto subire un ricatto: o si fa come dico io o non faccio investimenti e chiudo la fabbrica”. “L’accordo di Pomigliano – ha spiegato ancora Landini – deroga al contratto nazionale del lavoro, alla salute e ai principi costituzionali e se si guarda al voto il dissenso è molto maggiore del 36%. Certo – ha concluso – serve il rispetto di regole e contratti, ma bisogna stare attenti quando si fanno accordi e si tenta di far passare turnistiche senza precedenti nel gruppo e si introducono elementi peggiorativi e deroghe alla legge. Dobbiamo riflettere su un tentativo pericoloso per lavoratori e sindacati”.
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