Dopo la tragedia di Firenze “abbiamo proposto alla Cisl un’iniziativa nazionale, ma non c’è stata risposta. Per cui abbiamo proseguito da soli. Non ho altro da dire, ognuno si assume le sue responsabilità, per me la discussione finisce qui, anzi, non inizia nemmeno’’. Così il leader Maurizio Landini risponde sulle polemiche delle ultime settimane con Luigi Sbarra, che lo ha accusato di toni demagogici “indecenti e pericolosi”.
La frase incriminata sarebbe quella, attribuita al leader Cgil, ‘’davanti ai morti decidono di non scioperare’’, riferita al fatto che la confederazione di Via Po non aveva aderito alla protesta indetta da Cgil e Uil sulla sicurezza giovedì 11 aprile. Frase riportata da media e agenzie, che tuttavia Landini nega di aver mai pronunciata: “alla precisa domanda che mi stata fatta, “perché non c’è la Cisl”, la mia risposta è stata: “chiedete a chi ha deciso di non scioperare, noi qui vogliamo unire”. Altro non ho detto. E per chiudere qualsiasi polemica, aggiungo che quando c’è stata la tragedia di Firenze noi abbiamo proposto alla Cisl di proclamare assieme una iniziativa nazionale. Ma la risposta non è stata positiva, dunque abbiamo proseguito da soli. Io non ho a questo punto altre discussioni da fare, ognuno si assume le proprie responsabilità e risponde alla propria coscienza e alle richieste che abbiamo avanzato’’.
Landini aggiunge di credere nel pluralismo sindacale e di difenderlo, ma afferma: “esiste anche un problema di coerenza: abbiamo presentato al governo una piattaforma unitaria, con richieste unitarie, e se il governo non risponde il sindacato ha il dovere di mettere in campo tutte le iniziative per portare a casa il risultato. La mia controparte -insiste- sono le imprese e il governo, sosteniamo le nostre richieste non contro un sindacato, ma perché sono nelle nostre piattaforme unitarie e per far si’ che governo e imprese cambino le rispettive scelte. Altre discussioni, di altri livelli, non abbiamo tempo ne voglia di farle, non siamo interessati”.