C’è un sud che cresce, e lo dicono i numeri, ma dietro ai numeri ci sono sempre persone e storie. Ed è di queste persone, di queste storie, che parla il libro di Salvo Guglielmino, “L’altro Sud”. Un’inchiesta che attraversa tutte le regioni dalla Campania in poi, mettendo i nomi e i cognomi accanto ai numeri. Storie e persone scoperte talvolta per caso, durante i viaggi di lavoro su e giù per il meridione come responsabile della comunicazione Cisl, al seguito del segretario generale Luigi Sbarra; prima appuntate, poi approfondite, infine trasferite in questo libro.
Ne scaturisce un racconto assai diverso di quello che va per la maggiore di un sud dolente e indolente, dove nulla cambia e tutto resta come sempre, irrimediabile, irredimibile. È stato, questo, anche uno dei temi affrontati nel corso presentazione del libro che si è tenuta il 17 dicembre alla sede romana della Cisl. Tra i relatori, oltre a Sbarra, il suo predecessore Sergio D’Antoni e il direttore del Mattino di Napoli Roberto Napoletano, concordi nel sostenere che il primo passo per uscire dal “luogocomunismo” sul mezzogiorno è, appunto, cambiarne la narrazione: “raccontare il buono che c’è, non per mascherare quello che ancora non va, e che è molto, ma per trasferire la fiducia per fare quello che ancora va fatto”. Far sapere, per esempio, che il maggior avanzamento dei cantieri del Pnrr si sta verificando proprio nel mezzogiorno; che il territorio del G7 col maggior sviluppo è la Puglia; che l’export manifatturiero di Napoli supera in volume quello dell’Emilia Romagna; che le tre principali regioni del sud nel 2023 hanno realizzato un Pil che non solo è superiore a quello nazionale, ma è anche il doppio della Francia e il quadruplo della Germania.
Di questo, e di molto altro, racconta il viaggio di Guglielmino nell’’’Altro Sud’’. Che inizia, inevitabilmente, da Napoli, o meglio da Scampia, quasi un simbolo del male assoluto. E si saranno ormai pure scocciati, i 45 mila abitanti del quartiere nella periferia napoletana, di essere additati in questo modo, perché Scampia il male lo sta superando velocemente. Quella descritta in Gomorra oggi è una realtà diversa, le mostruose Vele sono state quasi tutte abbattute, sostituite da centri sportivi, aziende, sedi universitarie di eccellenza come la facoltà di Medicina della Federico II; il ‘’parco del buco’’ è diventato una scuola calcio per centinaia di ragazzi, ed è arrivata anche la metro, che in mezz’ora collega Scampia con Stazione Centrale, mentre il Comune ha stanziato 27 milioni di euro per realizzare 400 alloggi, asili nido, scuole materne. Del fenomeno Napoli molto si è già detto: il boom del turismo, il recupero dei quartieri spagnoli, del rione sanità, eccetera. Forse non tutti sanno, però, che nel 2023 il Pil pro-capite della città è stato superiore a quello medio italiano: 30.804 euro, contro 30.231. E anche questo qualcosa vorrà dire.
Via via scendendo, ogni regione ha le sue storie di successo, numerose e variegate. Nel Fucino, per dire, la coltivazione di patate pregiate si affianca allo Space center di Leonardo-Thales, il più importante centro spaziale civile al mondo (si, al mondo), una mini Cape Canaveral nel cuore dell’Abruzzo. E ad Agnona, da otto secoli (si, otto secoli, hanno iniziato che era ancora Medioevo) si fanno le migliori campane del mondo. A Campobasso proliferano start up tecnologiche (a proposito: al sud nasce il 28% di tutte le iniziative imprenditoriali di giovani). Ad Altamura si sfornano ogni giorno centinaia di quintali di pregiato pane pugliese distribuito poi in duemila punti vendita; e anche con queste pagnotte (oltre che con un bel po’ di aziende di alta tecnologia) si è messo assieme quel + 6% di Pil della regione Puglia, che vanta un fatturato complessivo delle sue imprese pari a 33 miliardi. In Basilicata, oltre alla Fiat di Melfi, il primo grande insediamento industriale iniziato dal prato verde, e ai peperoni cruschi (patrimonio dell’umanità, si spera, prossimamente) si puo’ vantare anche un raro caso di opera infrastrutturale di successo: la strada che collega la Val d’Agri con la Calabria, 6 viadotti, 2 gallerie, 3 svincoli, 125 milioni di investimento, dieci anni di lavori e -qui sta il record dei record- UN SOLO incidente sul lavoro. Uno. In dieci anni.
Ancora, pescando tra le pagine del libro: in Calabria l’università di Cosenza vanta il più grande campus d’Italia, 25 mila studenti di 64 paesi diversi, e una crescita delle iscrizioni del 23%. Sempre in Calabria si produce il 34%dell’olio d’oliva nazionale (purtroppo poco conosciuto a causa dell’incapacità dei produttori di consorziarsi, c’è ancora molto da lavorare su questo punto), e accanto ad antichi disastri come l’ex Liquichimica di Saline Ioniche (in disuso e oggi rifugio apprezzato dei fenicotteri rosa) ci sono realtà dinamiche come la Hitachi, che produce vagoni per la metro di Copenaghen e di Milano, o la Callipo del mitico Pippo, tra i migliori produttori di tonno d’Europa, che da 40 anni resiste anche a minacce e attentati della ndrangheta senza mollare di un passo. Quanto alla Sicilia ci sarebbe da scrivere un intero altro libro (e per la verità Guglielmino lo ha scritto, “Microcosmo Sicilia”, piacevolissima lettura). Basterà qui citare il polo tecnologico di Catania. O il miracolo del vecchio porto turistico di Palermo, ristrutturato e trasformato da discarica a luogo di aperitivi, passeggio, ritrovo. O ancora, per restare su un tema purtroppo quotidiano dei nostri tempi, la violenza contro le donne, le Cuoche combattenti di Nicoletta Cosentino, impegnate a sfornare delizie gastronomiche con apposta l’etichetta ‘’antiviolenza’’.
Dunque tutto bene? Ovviamente no. Problemi il sud ne ha talmente tanti, e accumulati da talmente tanti secoli, che sarebbe sciocco pensare si risolvano facilmente. Ma l’importante, come è stato sottolineato nel corso della presentazione del libro, è iniziare a dirsi che si può fare, e da quel che funziona prendere spunto ed energie per aggiustare quel che va aggiustato. Iniziando ovviamente dall’emigrazione, dalla fuga dei giovani, dal costante travaso di capitale umano e intelligenze che scivola via dal sud per trasferirsi al nord. Un trend che si può invertire in tanti modi, con l’intervento pubblico, con l’iniziativa d’impresa, con la giusta politica industriale e sociale. Ma innanzi tutto restituendo fiducia alle persone. Guglielmino definisce i tanti protagonisti della sua inchiesta ‘’eroi del quotidiano’’, ma forse dovremmo considerarli soltanto “persone normali’’: cittadini di quel “paese normale” che prima o poi si spera diventeremo, in un’Italia non più spezzata in due da una sorta di linea gotica immaginaria ma finalmente ricomposta, e dunque più dinamica, più veloce e più giusta. La ‘’mappa del bene’’ tracciata da L’altro Sud a questa riunificazione il suo contributo lo dà.
Nunzia Penelope
Titolo: L’altro Sud
Autore: Salvo Guglielmino
Editore: Rubbettino
Anno di pubblicazione: Dicembre 2024
Pagine: 260 pp.
ISBN: 9788849882940
Prezzo: 18,00€