di Massimo Mascini
L’accordo interconfederale sulla rappresentanza e la contrattazione è stato un vero successo per le parti sociali. Non è un caso infatti se questo accordo, elaborato tra Cgil, Cisl e Uil, è stato poi fatto proprio anche da altre organizzazioni, sindacali e datoriali, che lo hanno considerato giustamente un passo in avanti nelle relazioni industriali. Regole precise per sapere quanto pesa un singolo sindacato, chi può partecipare a una trattativa, quando un accordo può essere considerato valido e applicato a tutti. Regole, appunto, che portano le relazioni industriali fuori dal Far West che per tanti anni le ha caratterizzate.
Un plauso generale, che rischia però di ritorcersi verso gli stessi firmatari dell’intesa. Questa infatti è rimasta per ora lettera morta. Quelle norme generali non sono diventate regole scritte, non esiste un regolamento che le applica. Non si sa chi deve e come leggere i diversi dati e stabilire il grado di rappresentatività di ciascun sindacato. Non si sa come devono essere costituite le rappresentanze in azienda. Le parti sociali stanno discutendo, ma, a quanto ci risulta, con grande lentezza e già il termine lentezza forse è sbagliato perché comunque indica che qualcosa si sta muovendo, mentre la sensazione che si ha è che tutto sia immobile.
Questo crea problemi immensi, perché nessuno sa come si deve comportare. Un esempio per tutti. L’accordo ha stabilito che le Rsu saranno formate interamente da persone elette dai lavoratori. E’ saltata la norma dell’accordo del 1993 secondo la quale un terzo dei componenti è nominato dai sindacati firmatari del contratto che si applica nell’azienda. Ma cosa accade in attesa che ci sia un regolamento attuativo di questo principio? Come si devono nominare le Rsu che intanto vengono a scadenza? Le confederazioni avevano deciso di congelare le vecchie Rsu in attesa delle nuove regole. Ma questo lo hanno stabilito le confederazioni, nei territori ognuno fa quello che vuole, il Far West lì non è finito. E quindi accade di tutto, perché ci sono quelli che vogliono le nuove Rsu e quelli che non le vogliono e allora scioperano per protesta. E questo è solo un esempio.
Ci risulta che la situazione stia esplodendo, tanto che si fanno pressioni anche sul presidente di Confindustria e sui segretari generali delle confederazioni sindacali perché mettano fine a questi problemi. Sarà fatto? Sembra difficile, ci sembra infatti che manchi infatti la volontà di andare al fondo dei problemi. Ci saranno anche delle difficoltà di natura tecnica, è chiaro, ma una forte volontà politica credo potrebbe spazzare via queste titubanze. Ma, appunto, manca la volontà politica. Ma così cadono tutti gli aggettivi che avevano salutato positivamente quell’accordo.