Sono settimane che i giornali ci ammorbano con la crisi dell’auto, i pasticci della manovra, gli scioperi dei trasporti, la guerra in Ucraina, i morti palestinesi. Per di più ci si è messo di mezzo pure questo plot twist in Siria, dannazione. Solo notizie uggiose, che tra una fetta di pandoro e un amaro digestivo – tanto per calarci nel clima natalizio – ci tagliano fuori da un dibattito che è troppo complicato. Meno male che la speleologa Ottavia Piana è rimasta intrappolata nelle grotte dell’Abisso Bueno Fonteno (Bergamo) durante un’esplorazione connessa al Progetto Sebino (cui si rimanda a questo interessante approfondimento). Meno male perché questa era proprio facile da argomentare, piena di appigli cui aggrapparsi. Infatti, mai come questi giorni (da un periodo a questa parte, si intende) facendo una passeggiata nella prateria di Twitter è facile incappare nella briosità degli utenti che si sono scatenati nel commentare la vicenda. Si riportano giusto i cinguettii più carucci: “Mi ricorda un po’ la Salis”; “Ora però la #speleologa Ottavia Piana ci dica se ha fatto le tre dosi, è #antifascista ed è contro il #patriarcato. Perché capisco il dramma… ma non dimentichiamo i fondamentali”; “Allora ok, #ottaviapiana è una speleologa del CAI e noi poveri ignoranti non possiamo criticare perché arrivano i moralisti di turno, ma io dico, se per due volte in un anno fallisci la tua importantisssssima missione, cambiare mestiere? O restare in ufficio a fare fotocopie? No eh?”; “#ottaviapiana non fa la #speleologa per lavoro ma per diletto, lei fa la segretaria nell’azienda di famiglia, quindi anche meno , si troverà grazie a dio un’altro hobby” (Nota: “un’altro” è citazione testuale e forse sì che questo utente dovrebbe cambiare hobby e scegliere la grammatica). Poi ce n’è un altro troppo simpatico che ha postato il video del salvataggio: una pecora estratta da un crepaccio che appena fuori ci ricade con un balzo – perché, se non si fosse capito, a Ottavia Piana è già accaduto di essere vittima di un analogo episodio, motivo per cui molti sono coloro i quali si augurano che alla speleologa venga recapitato il conto del soccorso: mica siamo scemi e vedi un po’ che coi i soldi di noi contribuenti (tutto da vedere) dobbiamo pagare per ‘sta qua che cade di continuo durante le gitarelle in montagna. Parrebbe quasi che ogni tot incidenti si dovrebbero scalare punti per la meritevolezza dei soccorsi.
Il migliore della serie, però, è Antonello, che si è addirittura premurato di scrivere il suo pensierino sul un foglio Word, farne uno screenshot e condividerlo sul social per aggirare l’odioso limite dei caratteri. “[…] Una vita da salvare a tutti i costi, ovviamente, ma secondo me non può finire senza conseguenze; con un atteggiamento di massima imprudenza, sia pure colposo, da valutare alla luce del Codice Penale e di quello Civile, Ottavia Piana ha messo a repentaglio anche la vita dei soccorritori, e non è la prima volta […]. Resta peraltro da capire e da farsi spiegare qual è l’utilità di questi azzardi: risultati scientifici? Vantaggi pratici? Solo passione per l’avventura? In ogni caso, augurandosi che questa drammatica vicenda finisca al più presto nel migliore dei modi, Ottavia Piana va indagata. Perché paghi almeno le spese di una mobilitazione che non può essere liquidata come una spesa sociale, a carico dello Stato e quindi di tutti gli italiani”. Bravo, Antonello, ottimo patchwork di pressapochismo (ma almeno tu una scorsa alla grammatica l’hai data).
Nella prateria dove vince il dito più veloce, sempre scollegato dal cervello, pochi che si siano dati la pena di cercare qualche dettaglio in più, tipo la spiegazione del presidente della Società Speleologica Italiana, Sergio Orsini: “Abbiamo un accordo con Axa Assicurazioni. Gli speleologi sono coperti sia per l’autosoccorso sia per l’utilizzo delle strutture del Corpo nazionale di soccorso alpino. In parole povere: sono assicurati da quando escono dalla macchina per andare verso la grotta fino a quando ripartono per tornare a casa”. Che mette a tacere tutti. Che poi attenzione, dire che Orsini abbia messo a tacere queste stupidissime polemiche è formalmente sbagliato, perché se anche non ci fosse la detta assicurazione cosa si sarebbe dovuto fare, lasciarla lì a macerare? E se anche Ottavia Piana fosse andata all’Abisso per raccogliere funghi e ops! inciampa, doveva diventare lo spuntino della fauna boschiva? Caro Antonello e cari tutti, fatecelo sapere la volta che (Dio non voglia) vi investono sulle strisce e serve un’ambulanza. E poi, a latere ma manco troppo, lo sapete che la speleologia è un lavoro? Che serve a monitorare le acque sotterranee, la biologia del sottosuolo, i movimenti della terra, l’impatto antropico e quanto ancora riuscirà a sopportarci questo pianeta? Non fateci fare il ditino, ma bastava una passeggiata su quell’altra prateria che è Wikipedia. E poi, à la guerre comme à la guerre, mandiamo il conto anche a quegli imprudenti che restano feriti nei cantieri, per dirne una, mica è colpa nostra se non ci sono le condizioni per lavorare in sicurezza.
No ma hai ragione, Antonello, ci sono lavori che non sono lavori, persone più meritevoli di altre di ricevere soccorsi, tragedie che sono tali e altre che sono messinscena – come, per esempio, credere che tutti paghino le tasse.
Elettra Raffaela Melucci