Un vento nero soffia sull’Europa. Negli anni ’30 iniziò così, con la rabbia e il malessere sociale. Ci sono troppe manifestazioni, anche fasciste. E queste sono vietate dalla Costituzione. Le manifestazioni di Forza Nuova non mi hanno fatto dormire, ho visto loro esponenti con la croce uncinata. E ho avuto incubi: ho sognato che la croce uncinata mi strozzava. Anche le manifestazioni no-vax non mi hanno fatto dormire. Si deve intervenire e la colpa è anche dei politici.
Le parole della scrittrice ungherese Edith Bruck, sopravvissuta alla Shoah, raccontano la paura di quello che potrebbe venire fuori dal pentolone della galassia no vax, no green pass, dove un estremismo politico destrorso e fanatismo religioso ultraconservatore si fondono in una santa alleanza mortale, dove il certificato verde è paragonato al numero identificativo che avevano i detenuti dei campi di sterminio nazisti. Non si devono sottovalutare questi eventi, ammonisce la poetessa ungherese, e la responsabilità è anche della politica. Allora con l’Europa nella morsa della quarta ondata, con il virus che dall’Austria, la Croazia e la Slovenia bussa minaccioso alle porte del nostro paese, le parole di Giorgia Meloni, che qualche giorno fa in una trasmissione di Mediaset aveva annunciato che non farà vaccinare sua figlia con un vaccino in fase di sperimentazione per permettere agli immigrati di sbarcare illegalmente in Italia, suonano come un invito alla menzogna. L’incidenza degli stranieri, compresi anche i turisti e chi viene da noi per lavoro, sul contagio nella penisola pesa, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, per lo 0,9%. E il vaccino per il covid ha da tempo superato la fase sperimentale, con poco meno di 8 miliardi di dosi somministrate nel mondo. Quello di cui si dovrebbe preoccupare la leader di Fratelli d’Italia, e così come i politici di ogni colore e schieramento, è che la maggioranza di queste dosi è stata fatta nei paesi ricchi. In questo momento la falsità distrugge e logora il tessuto sociale, allo stesso modo in cui il virus colpisce e aggredisce il sistema respiratorio, alimentando timori, rabbia, rivalsa, ricerca di un capro espiatorio.
Ci si deve chiedere perché la galassia complottista e dei “no tutto” preferisca scendere in piazza e ascoltare i vari Montesano, Freccero, avvocati e avvocatesse, politici, portuali, impiegati su questioni mediche e sanitarie, piuttosto che virologi e infettivologi. Una sfiducia e un sospetto nei confronti delle competenze che forse deriva da uno scollamento e da un allontanamento generale nei confronti delle istituzioni, politiche e sanitarie. Mario Draghi, nel loro vaneggio, diventa uno dei principali tessitori e propagatori del nuovo ordine mondiale, con lo scopo di asservire e annientare tutta l’umanità, e scienziati improvvisati sventolano nei salotti televisivi e nei talk show paper estrapolati da studi ben più ampi, pensando di poter leggere e capire i dati ivi contenuti. Il problema non si pone unicamente per la mancanza delle conoscenze necessarie da parte di questi individui, ma anche dal vizio logico ed etico del quale sono vittime. Perché se in partenza si ritiene che una posizione sia fattualmente e moralmente giusta, ogni dato verrà piegato per corroborare questa ideologia, asservendo i fatti alla propria visione del mondo. La scienza, invece, quella vera si muove praticamente all’opposto, rafforzando le proprie convinzioni sulla base di ciò che osserva. E allora non stupiamoci se gli scienziati agiscono cautamente, non azzardando previsioni su quello che sarà, ripetendo che la capacità di protezione dei vaccini deve essere valutata strada facendo. Dovremmo preoccuparci, invece, se un virologo affermasse di avere in tasca la verità compiuta. Ci troveremmo davanti a un falsario e non a uno scienziato.
Anche l’obiezione che la libertà di espressione e il pensiero critico siano messi in pericolo dalla presunta dittatura sanitaria decade. Se effettivamente fossimo in una vera dittatura lo spazio che quotidianamente riserviamo a queste teorie fasulle non ci sarebbe, e le manifestazioni sulle piazze sarebbero represse in un modo estremamente più duro. Anzi in una vera dittatura non avrebbero proprio possibilità di farle. I sottili e raffinati ragionamenti sulla costituzionalità del green pass e libertà che riempiono l’etere nei dibattiti in tv non arrivano minimamente nelle piazze della croce uncinata, dei rosari, degli ave Maria e dei Padre Nostro, degli insulti ai giornalisti, di canti e rime che ben poco hanno in comune con lo stil novo e dei feti usati per realizzare i vaccini. Per costoro la libertà, o meglio, la loro libertà è un sampietrino che devono scagliare addosso a chi non la pensa come loro con tutto l’odio di cui sono capaci. E i sofisti detrattori e critici del certificato verde dovrebbero avere l’onestà intellettuale di affermare che si tratta di uno strumento figlio di un’approssimazione, di una mediazione tra le esigenze sanitarie, economiche e sociali, e che come tutti i prodotti umani perfettibile e migliorabile, ma non per questo superfluo o addirittura discriminatorio nel pieno di un’emergenza pandemica. I no vax, che per le vie delle nostre città urlano giù le mani dai bambini, riterrebbero giusta o discriminatoria l’esclusione fatta dal loro comune di residenza di una persona non in possesso della necessaria patente per guidare l’autobus che ogni mattina dovrebbe portare i loro figli a scuola?
Dovremmo dunque far nostra la saggezza della senatrice Liliana Segre, anch’essa sopravvissuta alla follia omicida nazista e bersaglio dei più vili e ingiuriosi insulti per la sua battaglia a favore della scienza, che invita a riservare per chi accosta vaccini e Shoah unicamente il nostro silenzio.
Tommaso Nutarelli