Tra i grandi miti che la postmodernità ha rimesso negli scaffali della storia c’è posto anche per la metanarrazione economica intesa come scienza degli utili . Un complesso di teoria, pratica e arditi modelli previsionali.
Ed infatti la grande crisi che come una pestilenza infesta il mondo e l’Europa dal 2007 da nessuno, o quasi, è stata prevista nella sua intensità e durata.
Se la scienza economica è stata incapace di anticipare ciò che stava accadendo ancora più deludenti sono stati i risultati delle terapie proposte; anzi in taluni casi , come per la Grecia, il rimedio è stato peggiore del male.
E questo non solo dal punto di vista economico dove la ricetta della Troika ha ridotto in macerie il paese ottenendo in pochi anni: immiserimento del ceto medio, aumento della disoccupazione a livelli record, riduzione del salario dei pochi occupati ( i dipendenti pubblici) del 40%, crollo del PIL e balzo del rapporto deficit/PIL a oltre il 170%: ma soprattutto dal punto di vista della vita nuda dei suoi cittadini e del loro bene più prezioso la salute, specie quella dei bambini e dei vecchi. Ed infatti la sanità della Grecia e con essa lo stato di salute dei suoi cittadini ha subito una desertificazione senza precedenti che la prestigiosa rivista The Lancet in un saggio del 2014 di Alexander Kentikelenis, Marina Karanikolos, Aaron Reeves, Martin McKee, David Stuckler dal titolo “Greece’s health crisis: from austerity to denialism” ha denunciato al mondo intero. I contenuti di quel saggio sono stati portati a conoscenza del grande pubblico da Andrea Tarquini e da Barbara Spinelli sulle colonne di Repubblica ma qui voglio riportare alcuni passi dell’articolo originale che nella prima parte illustra il quadro iniziale delle misure prese sulla base del protocollo firmato con la Troika e nella seconda evidenzia gli effetti devastanti prodotti dall’austerity
“Nella sanità, l’obbiettivo chiave fu ridurre, rapidamente e drasticamente, la spesa pubblica fissando un tetto al 6% del PIL. Per raggiungere questa soglia, stipulata nell’accordo per il salvataggio della Grecia, la spesa pubblica per la sanità è oggi inferiore a quella di tutti gli altri membri dell’Unione Europea precedentemente al 2004. Nel 2012, nello sforzo di raggiungere obbiettivi specifici, il Governo greco andò oltre le richieste della Troika quanto a tagli sui costi operativi negli ospedali e nella spesa farmaceutica. Il precedente Ministro della Salute Andreas Loverdos, ammise che “la pubblica amministrazione greca …. usa coltelli da macellaio (per realizzare i tagli)”. Gli effetti negativi di questi tagli stanno già cominciando a manifestarsi.”
“I programmi per la prevenzione ed il trattamento dell’uso illecito di stupefacenti conobbero ampie riduzioni, in un periodo di bisogni crescenti connessi con le difficoltà economiche. Nel 2009 – il primo anno dell’austerità, un terzo dei programmi degli interventi di strada vennero tagliati a causa della scarsità dei finanziamenti, nonostante una crescita documentata della prevalenza dell’uso di eroina. Contemporaneamente, il numero di siringhe e di preservativi distribuiti agli utilizzatori di droghe scesero rispettivamente del 10% e del 24%. Questi fatti hanno prodotto gli effetti previsti sulla popolazione a rischio: il numero di nuove infezioni da HIV sugli utilizzatori di droghe per iniezione è salito da 15 nel 2009 a 484 nel 2012, e i dati preliminari del 2013 sulla incidenza della tubercolosi su questa popolazione è più che raddoppiato rispetto al 2012.
Nel 2011, i contributi furono aumentati dai 3 ai 5 miliardi di euro per le visite ambulatoriali ai pazienti (con qualche eccezione per i gruppi vulnerabili), ed i co-pagamenti per certe medicine sono aumentati del 10% o più, a seconda della malattia
Un’altra preoccupazione è la erosione della copertura sanitaria. La copertura sociale della assicurazione sanitaria è connessa alla condizione occupazionale, con le persone recentemente disoccupate di età tra i 22 ed i 55 anni coperte per una massimo di due anni. La rapida crescita della disoccupazione a partire dal 2009 sta aumentando il numero delle persone non assicurate. I non assicurati possono risultare idonei dopo le verifiche sul reddito, ma i criteri per tali verifiche non sono stati aggiornati per mettere nel conto la nuova realtà sociale. 800.000 potenziali beneficiari che venivano stimati sono rimasti senza sussidi di disoccupazione e senza copertura sanitaria
Nella seconda parte del saggio gli autori , come già ricordato, analizzano gli effetti prodotti sulla salute degli adulti e ancora di più dei bambini dalle misure adottate per la concessione del credito da parte della UE. Misure che peraltro, è doveroso ricordarlo, non hanno minimamente inciso sulla imponente corruzione ed evasione fiscale che imperversa nel paese e con cui i ricchi , sempre più ricchi, hanno costruito parte importante delle loro enormi fortune
“I servizi della salute mentale sono stati seriamente coinvolti… : i programmi per lo sviluppo dei servizi psichiatrici dei bambini sono stati abbandonati; ed i finanziamenti per la salute mentale dello Stato sono calati del 20% tra il 2010 ed il 2011 e di un ulteriore 55% tra il 2011 ed il 2012. Le misure di austerità hanno gravemente limitato la possibilità dei servizi di salute mentale di far fronte a un incremento del 120% delle richieste nel corso degli ultimi tre anni… Tra il 2007 ed il 2011 le morti per suicidio sono aumentate del 45%, anche se a partire da un dato iniziale modesto. L’incremento è stato inizialmente più pronunciato per gli uomini, ma i dati del 2011 della ‘Autorità statistica ellenica’ indica un vasto incremento anche per le donne.”
“Le misure di austerità della Grecia hanno anche riguardato la salute dei bambini, a causa dei ridotti redditi delle famiglie e della disoccupazione dei genitori. La quota dei bambini a rischio di povertà è cresciuta dal 28,2% nel 2007 al 30,4% nel 2011, ed un numero crescente riceve nutrizione inadeguata. ……La caduta nel lungo periodo della mortalità infantile si è invertita, crescendo del 43% tra il 2008 ed il 2010, con incrementi sia nei decessi neonatali che post-neonatali. I decessi neonatali indicano barriere nell’accesso ad una assistenza puntuale ed efficace durante la gravidanza e nei primi momenti di vita, mentre i decessi post-neonatali indicano un peggioramento delle condizioni socioeconomiche
Gli effetti prodotti dalle procedure della Troika hanno avuto dunque anche per la più prestigiosa rivista di medicina del mondo effetti devastanti . Ed infatti la sanità greca secondo le stime sulla qualità dei servizi sanitari che annualmente elabora l’organizzazione Health Consumer (EHCI) tenendo sotto osservazione 38 paesi europei è passata al 28 ° posto, in calo rispetto al 25° del 2013 e al 22° nel 2012. E questo perché la Grecia “ha visto un drastico calo della spesa sanitaria pro-capite pari al -28% tra il 2009 e il 2011… un caso unico in tutta Europa; ( in quanto) nessun degli altri paesi noti per essere stati colpiti dalla crisi finanziaria, come il Portogallo, l’Irlanda, la Spagna, l’Italia, Estonia, Lettonia, Lituania, ecc, ha subito una battuta d’arresto della spesa sanitaria maggiore del 10%”
E’ dunque questo il quadro drammatico che eredita Tsipras, dal quale ora i milioni di greci che lo hanno votato si aspettano una svolta radicale e una rottura rispetto al passato. E al primo posto c’è l’urgenza di ridare ossigeno immediato a quanti (centinaia di migliaia di cittadini) hanno perso tutto: lavoro , casa, salario assistenza sanitaria e che oggi vivono di stenti e solo grazie alla carità della chiesa E forse già da oggi qualcosa potrebbe avvenire e il consiglio dei ministri , potrebbe iniziare a varare alcune misure del piano umanitario inserito nel programma di Syriza iniziando da un provvedimento che innalzi da 586 a 751 euro lo stipendio minimo. Una misura che straccerebbe nella sostanza uno dei provvedimenti imposti con il memorandum della Troika. Decisioni che se prese non lascerebbero di certo indifferente l’Europa
Si annuncia dunque una partita dagli esiti incerti e che però non riguarda solo la Grecia e non tanto e soltanto per la possibile sua uscita dall’euro; si dice infatti che un paese così piccolo non potrebbe incidere sulle economie dei restanti paesi ben più grossi e che quindi dal default della Grecia l’Unione non ne subirebbe danni eccessivi . La questione è invece più politica. Tsipras continua a sostenere che la Grecia è parte integrante dell’Euro e che dall’Euro non vuole uscire; chiede però una rifondazione dell’Europa a partire dalla ri-contrattazione del debito tra debitori e creditori. L’Europa non sembra per ora dargli ascolto e ripete che per risolvere i problemi della Grecia “non ci sono scorciatoie, dobbiamo proseguire su un percorso sostenibile”, e che “ La Grecia si è assunta degli impegni e ci aspettiamo che mantenga le promesse”
Schermaglie iniziali a cui dovranno seguire fatti concreti; eppure la UE non può far finta di non aver udito cosa ha detto Alba Dorata alla vigilia delle lezioni. “ Tsipras vincerà ma fallirà e dopo di lui toccherà a noi” Ecco è questo che l’Europa deve ricordare: sul fiume ad aspettare il cadavere del governo Tsipras sono già seduti i neo nazisti greci , oggi terzo partito: una peste questa ben più grave e contagiosa della crisi ha squassato la Grecia e l’Europa
Roberto Polillo