Si è interrotta sul tema della malattia la trattativa per il rinnovo contrattuale dei lavoratori edili. Dopo gli incontri di marzo, che avevano avvicinato l’ipotesi di accordo, la riunione di venerdì 4 aprile ha segnato la rottura del negoziato; Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil rilevano l’impossibilità di proseguire il dialogo con l’Ance e proclamano uno sciopero generale di 8 ore per giovedì 24 aprile.
Non è bastata l’intesa di massima già raggiunta in materia di assunzioni, diritti dei turnisti, formazione e contrattazione decentrata; l’associazione dei costruttori, si legge in una nota dei sindacati, “continua a sostenere posizioni di chiusura”. Si riferiscono alla prestazione economica di malattia, che risulta carente per i primi tre giorni, alla regolamentazione del part-time e alla richiesta di aumento salariale: 105 euro al terzo livello con distribuzione della cifra nel primo biennio di durata contrattuale. Per queste ragioni hanno lasciato il tavolo di confronto e criticano duramente la controparte. I datori mostrano “forti pregiudiziali sul riconoscimento di importanti diritti”, a loro giudizio, e rifiutano di dare regole certe all’utilizzo del tempo parziale per aumentare la flessibilità nei cantieri. Le intenzioni di un accordo in tempi brevi sono smentite dai fatti, aggiungono, annunciando l’avvio di una vasta campagna di assemblee per informare gli addetti e coinvolgere l’opinione pubblica.
Tutti i contratti dell’industria impongono il pagamento della malattia nei primi tre giorni ma questo nel settore edile, che coinvolge 400.000 aziende e 1,2 milioni di lavoratori, attualmente non è previsto. “Un’ingiustizia che si trascina da anni”, secondo i sindacati, e che colpisce anche il principio di uguaglianza tra i lavoratori, dato che la contrattazione decentrata ha già offerto molte soluzioni articolate sul territorio. Nell’ultimo incontro l’Ance ha chiesto di escludere la questione dal contratto e demandarla proprio al secondo livello, incontrando il netto rifiuto delle organizzazioni di categoria. Adesso i costruttori aspettano i propri organismi decisionali, che diranno se riprendere il confronto, ma sono ottimisti: la malattia è il capitolo finale della discussione, ricordano, e dopo aver sciolto questo nodo normativo può arrivare la firma dell’intesa.
15 aprile 2008
Emanuele Di Nicola