“Per le aziende in cessazione di attività, quindi La Perla Management e La Perla Italia, al termine dei periodi di integrazione salariale non vi sono ulteriori misure di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro da poter riconoscere”. È quanto riferito dalla sottosegretaria di Stato, Giuseppina Castiello, interrogata in aula dal deputato del Pd Andrea De Maria sul destino delle 50 lavoratrici delle due divisioni del Gruppo La Perla che, allo stato delle cose, rischiano di rimanere senza lavoro al termine del periodo di vigenza della Cigs – 40 dipendenti dal 26 gennaio e 10 dal 10 aprile. È la prima occasione in cui si discute della vertenza in aula parlamentare e la notizia raggela ancora di più se si tiene conto delle 20 manifestazioni di interesse per l’acquisizione del Gruppo arrivate in seguito alla proroga di scadenza del bando di vendita: se alle cinquanta lavoratrici fosse stato assicurato un futuro lavorativo all’interno dell’azienda almeno fino al bando di vendita, il nuovo acquirente avrebbe avuto la certezza di “ereditare” competenze preziosissime che hanno reso il brand un’eccellenza del Made In Italy nel mondo.
Ed è una sorpresa anche per De Maria, che nella sua interrogazione ha sottolineato l’importanza del fattore temporale nel dare una certezza sugli ammortizzatori sociali a queste lavoratrici – “perché il tempo in cui si danno riposte certe è un elemento centrale per portare a termine un percorso virtuoso” in un passaggio delicato a difesa di un presidio produttivo di grande valore per il paese – anche alla luce dei segnali di speranza per trovare una soluzione arrivati dal tavolo della moda del 7 febbraio 2025 e al successivo incontro del 15 da parte del ministero del Lavoro.
Ma se la sottosegretaria Castiello ha comunque assicurato che il ministero del Lavoro monitorerà la situazione, De Maria parla di una “generica dichiarazione di attenzione, senza alcun impegno concreto. Il ministero del Lavoro – continua il parlamentare Pd – deve mettere in atto tutte le procedure possibili per risolvere il problema e non perdere la grande qualità rappresentata dal know-how di queste lavoratrici e lavoratori. Ci troviamo davanti ad una fase intermedia, post liquidazione dell’azienda e in attesa di una nuova proprietà, ed i dipendenti meritano certezze sugli ammortizzatori sociali”.
Non si è fatta attendere la reazione dei sindacati. Per Stefania Pisani della Filctem Cgil Bologna e Mariangela Occhiali della Uiltec Uil Bologna si tratta di un vero e proprio passo indietro e la risposta di Castiello evidenzia l’assenza “di qualunque visione politica di sistema, ancor più grave oggi in ragione dei pessimi dati che si registrano nell’industria del nostro Paese”.
Per le due sindacaliste, infatti, l’esposizione delle norme in applicazione da parte della Sottosegretaria rileva in realtà “i limiti della normativa attuale” e oltrepassano la necessità di individuare una soluzione normativa tra la cassa per cessazione e la Naspi “che consenta un adeguato respiro temporale a situazioni specifiche come quella di La Perla rimesse sulla strada del rilancio”.
Ma non si tratta solo di questo: per Pisani e Occhiali le parole di Castiello sminuirebbero “l’enorme lavoro comune fatto dalle lavoratrici, dalle loro OOSS, dalle procedure e da tutta la filiera istituzionale per provare a salvare una realtà manifatturiera strategica dall’ennesimo atto di speculazione finanziaria”, sottovaluterebbero l’idea di “poter vendere e rilanciare il Gruppo La Perla, creando finalmente un precedente che va in controtendenza rispetto a quanto registriamo quotidianamente da lavoratrici e i lavoratori di questo Paese” e le azioni che ne conseguono sacrificherebbero la sorte di competenze femminili “di straordinaria e rara abilità” all’ultimo miglio dalla vendita. “Accompagnare tutte le competenze alla vendita è l’unico presupposto per un rilancio serio e ragionato del Gruppo, condizione fondamentale per evitare che arrivino altri speculatori che imporrebbero, come in passato, l’uso di ammortizzatori contestualmente all’assenza di qualunque serio piano industriale, sfruttando a proprio esclusivo vantaggio i sacrifici di un’intera comunità”.
L’appello, quindi, è di “massima attenzione da parte del Governo del Paese e un coordinamento del Ministro Urso e della Ministra Calderone” con la convocazione di un incontro urgente per cui i sindacati avevano già inviato una richiesta il 19 febbraio al ministero del Lavoro. “Non possiamo permetterci, come sistema paese, che quanto fatto e dichiarato in uffici ministeriali, venga annullato e smentito in altri. In un’epoca in cui si registra un arretramento nelle competenze e una sempre maggiore assenza del lavoro femminile sarebbe imperdonabile sottovalutare le conseguenze della mancanza di risposte a lavoratrici con competenze uniche come sono quelle di La Perla”.
e.m.