Marcia indietro del governo sugli ammortizzatori sociali per le lavoratrici La Perla: nel Decreto sulla pubblica amministrazione non è stato inserito l’emendamento che avrebbe garantito la proroga degli ammortizzatori sociali per 50 “perline”. La misura avrebbe assicurato, con effetto retroattivo, la Cigs per un altro semestre, evitando così la dispersione di competenze e professionalità in attesa della cessione del Gruppo a un nuovo soggetto industriale, garantendo inoltre la continuità produttiva a un marchio simbolo del Made in Italy.
“Vedere disattesi gli impegni assunti e assicurati in sede ministeriale mina le basi della fiducia verso le Istituzioni”, afferma Ugo Cherubini, segretario nazionale della Filctem-Cgil. “Il governo e la ministra Calderone con le loro decisioni scelgono, con questo atto, di rendere incerto il destino delle sarte di La Perla e di cancella un importante pezzo di Made in Italy”. Per Cherubini si tratta di un’azione “indegna e scriteriata di cui a questo punto il Governo si dovrà ritenere responsabile. Con questo comportamento le Istituzioni perdono la loro più elementare credibilità. È un affronto alle lavoratrici e alle loro rappresentanze che, se in tempi brevi non troverà una soluzione, determinerà una dura mobilitazione”.
“Una scelta grave da parte della maggioranza di Governo”, afferma l’assessore regionale al Lavoro dell’Emilia-Romagna, Giovanni Paglia, “che rappresenta una ferita al clima di collaborazione istituzionale che da sempre accompagna questa vertenza e che ne mette a rischio la positiva soluzione. A peggiorare il quadro, è l’assenza di qualsiasi spiegazione o giustificazione razionale. Continuiamo a chiedere come fatto in questi mesi che il Governo si assuma le proprie responsabilità e agisca, anche direttamente nell’Aula parlamentare. Il tempo è oggi”.
Dura la reazione anche di Stefania Pisani e Mariangela Occhiali, rispettivamente della Filctem-Cgil e Uiltec-Uil Bologna: “Le dichiarazioni ufficiali fatte alla delegazione delle lavoratrici del Gruppo La Perla, presso il tavolo del Ministero del Lavoro il 14 Marzo 2025 , sono state smentite dai fatti”. A pagare, aggiungono, sono le lavoratrici, già vilipese da un gioco di finanza speculativa di cui il Gruppo è stato oggetto, e che per due anni “hanno lottato sempre con grande dignità e coraggio. Non meritano di essere prese in giro dalle massime Istituzioni di questo Paese”.
Filctem e Uiltec evidenziano che “nonostante l’emendamento sia stato istruito dai tecnici, il ministero del Lavoro si è assunto la responsabilità politica di non presentarlo, compromettendo quindi qualunque possibilità di rilancio del gruppo La Perla a seguito dell’enorme rischio di perdere queste maestranze uniche” che “da mesi che sono senza alcuna forma di copertura economica. Tutto ciò è inaccettabile per un Paese civile”.
“Chiediamo direttamente ai ministri Calderone e Urso come intendono agire in coerenza con quanto dichiarato. caro governo come si pensa di salvare il Made in Italy? Non c’è più tempo e la pazienza è finita. Vogliamo delle risposte e non abbiamo più tempo, come si pensa adesso di risolvere l problema causato dalla vostra continua dilazione?”, concludono.
A intervenire anche i capigruppo Pd nelle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera, Simona Bonafè e Arturo Scotto. “Altro che attenzione al sociale: qui si stracciano accordi, si ignorano emergenze, si disprezza apertamente il confronto. Al suo posto, emendamenti scritti per accontentare l’esponente di maggioranza di turno: norme senza alcun reale impegno economico da parte del governo che servono solo ad alimentare piccoli interessi e rendite di posizione. È uno spettacolo indegno, un’umiliazione continua per il Parlamento e per chi ci lavora con serietà. Siamo pronti a discutere e a lavorare – concludono i Democratici – ma non accetteremo più questo metodo. Continuare a silenziare le proposte delle opposizioni e delle parti sociali è un insulto al Paese. E su questo, non faremo passi indietro”.
Elettra Raffaela Melucci