“L’Umbria è l’ultima chiamata. Mattarella, il popolo vuole votare”. Questo il titolo di una breaking news lanciata dal sito Vox. Il testo spiega che gli elettori sono andati in massa alle urne, non solo per la consultazione locale ma, soprattutto, per dire al “regime” che vogliono scegliersi il proprio governo. Fin qui, legittime opinioni, pur se condite con parole di disprezzo per il Pd, “il partito di Bibbiano”, e per “le scemenze grilline”: L’attuale esecutivo è definito “abusivo” e si afferma che “la maggioranza in Parlamento non ha alcuna relazione con la maggioranza degli italiani”, considerato che “se trasliamo i risultati umbri a livello nazionale, abbiamo i sovranisti al sessanta per cento” e che questo scollamento “non è concepibile in una democrazia”.
Insomma, si invocano le elezioni subito. Ma le esigono anche Matteo Salvini, Giorgia Meloni e, seppur con minore enfasi, Silvio Berlusconi. È il finale a lasciare sconcertati: “O sciogli le Camere, Mattarella, o le scioglierà il popolo”. E poi un crescendo: “Presto, sarà tardi. Perché se dopo un altro voto come questo, il popolo dovesse rendersi conto che votare non conta, e che votando una cosa ottiene l’opposto, allora sarà la violenza. E non basterà chiudersi al Quirinale per salvarsi”. Agghiacciante l’ultima frase: “Lo vedi quel luccichio in lontananza. Non è oro. È la lama della ghigliottina”. Il tutto condito con l’immagine dello spettrale strumento di morte sotto un cielo plumbeo, con accanto tre bandiere tricolori
Che aggiungere? Non sappiamo se ci siano gli estremi per configurare il reato di minacce al capo dello Stato, non abbiamo questa competenza, sono valutazioni che spettano alla polizia e alla magistratura. Anzi, forse stiamo esagerando e forse il rischio è di offrire il fianco all’accusa di voler mettere la mordacchia alla circolazione delle libere idee e all’uso immaginifico del linguaggio. Forse. Ma una certa inquietudine è inevitabile. Se il centrodestra, a gennaio prossimo, vincesse anche in Emilia-Romagna, arriveranno inviti a cercare casa per casa i sostenitori del “formalismo parlamentare”?
Che sul web scorrano fiumi di odio è talmente conclamato da aver obbligato Facebook e Youtube ad oscurare messaggi inaccettabili e pericolosi. Il caso degli insulti alla senatrice a vita Liliana Segre è solo l’esempio più recente. Ma la censura e la denuncia non bastano. Servirebbe l’impegno catartico di una politica seria, onesta, sincera, coerente. Scagli la prima pietra chi è senza peccato.
Pietrangelo Buttafuoco, prima delle elezioni umbre, ha parlato di “umori” della gente. Umori favorevoli al centrodestra. Umori che però vanno dai conservatori benpensanti a chi evoca tagli di teste. Umori malmostosi nei confronti della sinistra, alla quale vengono ormai omologati i Cinquestelle, e del capo dello stato, accusato di non avere ancora sciolto le Camere e di tenere bordone al governo delle poltrone, delle tasse e delle manette. Tempi cupi.
Marco Cianca