Parte venerdì la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Una vertenza difficile, perché la Fiom ha presentato una piattaforma molto più pesante di quella messa a punto da fim e Uilm, ma soprattutto del tutto slegata dalle indicazioni contenute nell’accordo interconfederale raggiunto, senza l’assenso della Cgil, dalle altre parti sociali. Al punto che Fim e Uilm puntano a un accordo triennale, la Fiom vuole rinnovare il biennio economico del vecchio contratto. Ma Giuseppe Farina, segretario generale della Fim, non è troppo preoccupato, pensa che alla fine prevarrà il buon senso dei lavoratori.
Farina, cosa vi aspettate da questo primo incontro?
Nulla, non accadrà nulla di sensazionale. Federmeccanica ci esporrà la triste situazione del settore, che del resto noi conosciamo molto bene. Temiamo che l’autunno sarà anche peggiore degli scorsi mesi, dalla cassa integrazione ordinaria si passerà a quella straordinaria, verranno a scadenza i contratti a termine. Il punto culminante della crisi verrà proprio nei prossimi mesi.
Sarà una trattativa veloce?
Penso di sì. La nostra piattaforma è molto seria, in più abbiamo delle regole precise cui attenerci. Nel 1994, dopo l’accordo dell’anno precedente, firmammo il nuovo contratto senza un’ora di sciopero. Speriamo che sia così anche stavolta.
Con soddisfazione generale.
Soprattutto dei lavoratori, perché porteremo nelle loro tasche un po’ di danaro fresco, quanto serve a chi è sfiancato da una crisi lunga e difficile. La cassa integrazione pesa. Un attimo di sollievo serve a tutti, ma specialmente ai lavoratori.
Questo vi ha detto la consultazione?
Sì, abbiamo fatto centinaia di assemblee e sempre abbiamo avuto la stesa impressione, i lavoratori sono tranquilli, ma chiedono una vertenza veloce e indolore, che porti loro un po’ di soldi, un attimo di tregua.
Non si sono lamentati che avete chiesto un aumento salariale modesto?
No, perché sanno che la crisi sta pesando molto sul settore. Vogliono una trattativa seria, senza la telenovela degli scorsi anni.
Ci sono le condizioni per un accordo veloce?
Dipende da Federmeccanica, se vorrà tenere un comportamento serio almeno quanto è stata seria la piattaforma che gli abbiamo presentato.
Che segnali vi ha inviato?
Positivi. Ha dichiarato la loro disponibilità a discutere la nostra piattaforma, quindi le premesse per una trattativa diversa da quelle del passato ci sono. Né vedo ostacoli politici, chiudere in fretta e bene il contratto aiuta tutti, il contratto è un atto di politica economica importante. Aiutare i lavoratori, aumentare le loro disponibilità serve anche a rilanciare i consumi.
Peserà l’atteggiamento della Fiom?
La Fiom ha presentato una piattaforma che non può assolutamente portare a un accordo, in pratica ha rinunciato a rinnovare il contratto. Non ha rispettato le regole che impegnano Federmeccanica e questo è un ostacolo forte. Ma non applica nemmeno le vecchie regole, che pure dice di voler difendere.
E poi ha chiesto il rinnovo del contratto biennale.
E questo è certamente un ostacolo forte. Ma anche i contenuti della loro piattaforma non possono portare lontano. Non hanno tenuto conto di nessun parametro, né dell’inflazione, né della produttività. Sembra una piattaforma per far nascere conflitto.
Questo è un problema?
Io sono preoccupato della deriva di cui è preda la Fiom, come dell’intolleranza che hanno dimostrato verso di noi anche nella consultazione.
Se si arriva a un accordo separato, cosa accadrà, la battaglia continuerà fabbrica per fabbrica?
La Fiom parla di guerriglia, e questo ci preoccupa. Ma i lavoratori hanno molto buon senso, condivideranno le nostra scelte, tanto più se arriveremo a un accordo in fretta, senza inutili scioperi.
Massimo Mascini