Il presidente del Consiglio si è finalmente accorto che sta pericolosamente crescendo nel paese la tensione sociale. Parallelamente il ministro del Welfare ha riconosciuto che forse non è stata usata molta equità nel rimettere a posto i conti dello Stato. Un po’ tardi, verrebbe da osservare, ma sarebbe un errore politico, perché comunque è lodevole che ci si accorga dei propri errori. Quanto meno perché è possibile cercare di compensarli in qualche modo. Per Elsa Fornero la strada da percorrere è quella di una revisione delle norme sulla gestione del mercato del lavoro. In realtà a questo difficile compito ci stanno già pensando con grande capacità Maurizio Castro e Tiziano Treu, i relatori del disegno di legge che alla Commissione Lavoro del Senato stanno rivedendo tutto il testo per renderlo agibile. Due grandi professionisti della materia, che stanno svolgendo un lavoro egregio. Se riusciranno a portare a casa una buona riforma sarà un vantaggio per tutti, per i lavoratori e le aziende per primi.
Un’indicazione molto positiva in questo senso è venuta in questi giorni con l’indicazione di voler perseguire un impiego part time di lavoratori vicini alla pensione, che non hanno più gli anni per svolgere il lavoro di prima, magari faticoso o comunque impegnativo, ma che potrebbero essere impiegati per affiancare i giovani e trasmettere loro il sapere che hanno accumulato per anni e che con un termine troppo drastico del lavoro andrebbe disperso. Sarebbe una innovazione di grande spessore sociale, consentirebbe la salvaguardia di conoscenze tecniche e la valorizzazione di lavoratori ancora in grado di dare molto al mondo della produzione. E’ con queste piccole trasformazioni che si ridà valore al lavoro e si rispetta chi è avanti con gli anni, ma ha ancora un ruolo nel mondo del lavoro.
L’impegno di Monti è invece adesso tutto diretto a far partire la seconda fase di governo, quella dello sviluppo. Ci hanno parlato in tanti negli anni di una fase uno e una fase due che adesso crederci non è facile. Serve un esercizio di buona volontà, che non manca, ma si tratta comunque di un esercizio che costa fatica. Anche perché di sviluppo se ne parla, ma senza indicare qualcosa di concreto. L’unico che agisce sul serio, che cerca di fare qualcosa, sembra Fabrizio Barca, il ministro della Coesione territoriale, che ha pochi mezzi, ma sembra volerli e soprattutto saperli usare nel modo migliore. Con piccoli interventi, mirati però a rappresentare altrettanti volani di sviluppo, in vista di una ripresa economica che riuscirebbe a facilitare il compito, altrimenti impossibile, di aggiustamento dei conti pubblici. Corrado Passera, che come ministro dello Sviluppo avrebbe questo come suo compito prioritario, anzi unico, per il momento ancora non sembra avere ingranato la marcia giusta, ma la speranza è sempre l’ultima a morire.
Forse qualche indicazioni in questo senso verrà la prossima settimana dal nuovo presidente di Confindustria. Mercoledì Giorgio Squinzi verrà formalmente eletto, giovedì parlerà all’assemblea. Sarà l’occasione per presentarsi al grande pubblico, per palesare le intenzioni di uno dei grandi attori della vita economica del paese. E proprio per questo non potrà esimersi dall’indicare le vie prioritarie da battere per cercare lo sviluppo, i settori da sviluppare, gli strumenti da adoperare. La sua non sarà, non potrà essere una relazione di routine, un po’ perché sarà il suo biglietto da visita ed è forte l’attesa per un personaggio che pochissimi conoscono, molto perché siamo davvero a un bivio della nostra storia, vicini a un possibile declassamento e Confindustria non può non essere in prima linea nell’azione di difesa del nostro paese. Si è discusso molto del ruolo dei corpi intermedi, con Monti che non crede nella loro azione e disdegna la concertazione e chi al contrario la difende perché pensa che governare un paese complesso come sicuramente è il nostro sia almeno più semplice se tutte le forze sono messe in grado di collaborare a questo sforzo. Con le sue indicazioni, con le sue richieste prioritarie al governo, ai suoi partner, all’intero paese Squinzi ha l’occasione per dimostrare il valore di Confindustria e di tutte le grandi rappresentanze sociali, dei lavoratori come degli imprenditori.
Massimo Mascini