La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Ue per “lo scorretto recepimento, nel proprio ordinamento, della direttiva europea, che proibisce, in materia di occupazione, ogni discriminazione fondata sulla religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali”.
Per Bruxelles in particolare, la legislazione italiana “non contiene una norma generale che imponga al datore di lavoro di prevedere soluzioni ragionevoli per i portatori di qualunque tipo di disabilità e per tutti gli aspetti dell’occupazione”. (LF)