Erano anni e anni che non si sentiva parlare delle conferenze operaie. Le organizzava il Pci, fino agli anni ottanta, poi si rarefecero, fino a sparire. Il Partito democratico ha riesumato questo appuntamento e ha organizzato la sua prima conferenza operaia a Brescia sabato mattina. Si parlerà della condizione operaia, quindi della politica che il Pd seguirà in questo campo difficile, che ancora una volta è diventato più di tanti altri terreno di aspro scontro elettorale.
Dimenticato il periodo, non glorioso per tutti, del , quando Silvio Berlusconi tentava di far passare il suo governo come amico dei lavoratori, il lavoro non è mai stato nel cuore del Centro destra. La legge Biagi è stata fatta passare come una grande innovazione, in realtà ha molti meriti, ma nelle sue linee generali ha seguito il cammino tracciato anni prima dal pacchetto Treu quando questi era ministro del Lavoro e Biagi il suo assistente. E del resto non c’è quasi traccia di un interesse di quel governo verso i temi lavoristici. Roberto Maroni ministro del Lavoro non se lo ricorda quasi nessuno proprio per la limitata capacità o volontà di incidere in un terreno che non sentiva come suo.
Il Centro sinistra e il Pd in particolare ha invece un’attenzione particolare per i temi del lavoro e non è un caso che le tre confederazioni sindacali dei lavoratori sentano vicino a loro più il Centro sinistra e il Pd che il Centro destra. Si ricostruisce così quel filo rosso che dalla nascita del Pd andando a ritroso porta ai grandi partiti di massa, sia comunisti e socialisti che cattolici, che avevano il lavoro sempre al centro dei loro interessi.
E non è certo casuale che il Pd abbia voluto nelle sue figure di riferimento, più ideale che pratico, ma sempre importante, industriali e operai, proprio a ricordare quell’interclassismo che fu la forza della Democrazia cristiana negli anni importanti, dalla ricostruzione in avanti. Non sarà in una mattinata di confronto, alla quale pure parteciperanno i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, che si scioglieranno i tanti nodi del mondo del lavoro e delle relazioni industriali. Ma aver messo questo appuntamento in una vigilia elettorale così convulsa ha un suo valore che va rilevato.
27 marzo 2008
Massimo Mascini