Considerata la situazione in cui si trova la popolazione rom in Ue la commissione per le libertà civili ha predisposto una raccomandazione per l’attuazione delle strategie nazionali d’integrazione dei rom:per combattere gli atteggiamenti negativi nei confronti delle persone di origine rom in Europa.
I rom sono la minoranza etnica più grande d’Europa. Su un totale stimato di 10-12 milioni di persone di etnia rom in Europa, circa 6 milioni vivono nell’UE e la maggior parte di loro possiede la cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione. Una parte significativa dei rom presenti in Europa vive in condizioni di emarginazione, sia nelle aree rurali che in quelle urbane, e in pessime condizioni socioeconomiche. La discriminazione, l’esclusione sociale e la segregazione subite dai rom si rafforzano reciprocamente. Confrontandosi con un accesso limitato a un’istruzione di qualità e con difficoltà di integrazione nel mercato del lavoro, i rom sono maggiormente esposti alla disoccupazione e alla precarietà del lavoro, il che limita le opportunità di riduzione della povertà e di inclusione sociale attraverso il mercato del lavoro e corrisponde a bassi livelli di reddito, a un limitato accesso a un’assistenza sanitaria di qualità e a condizioni di vita e di salute precarie. Queste circostanze si traducono a loro volta in tassi di mortalità più elevati e in una minore aspettativa di vita rispetto al resto della popolazione, oltre che in maggiori rischi di decessi prematuri causati da malattie croniche e non trasmissibili, tra cui il cancro.
Circa l’80% dei rom presenti nei nove Stati membri dell’UE con la maggior presenza di popolazione rom, vive al di sotto della soglia di povertà del paese di residenza; un rom su tre vive in alloggi privi di acqua corrente; un bambino o adolescente rom su tre appartiene a una famiglia in cui un membro si è coricato affamato almeno una volta nel corso del mese precedente; e il 50 dei rom fra i 6 e i 24 anni non è scolarizzato. Questa tendenza è confermata dall’Indagine su rom e nomadi 2019 dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali. Per conseguire efficacemente l’obiettivo di pari diritti, la Commissione e gli Stati membri devono sostituire l’approccio paternalistico (dall’alto verso il basso), che è quello prevalentemente utilizzato per l’elaborazione del quadro attuale, con quello non paternalistico. Un approccio dal basso verso l’alto consentirebbe alle persone di origine rom di partecipare maggiormente alla definizione delle politiche a tutti i livelli. Occorre inoltre che nella fase successiva al 2020 anche gli attori locali e regionali (ONG, attivisti, esperti, membri delle comunità ecc.) partecipino attivamente all’elaborazione, attuazione e monitoraggio delle politiche pubbliche che interessano le persone di origine rom. Alla luce dell’approccio non paternalistico, la direttiva dell’UE per il periodo successivo al 2020 sull’uguaglianza e l’inclusione delle persone di origine rom sarà elaborata sulla base di dati quantitativi e qualitativi più affidabili: le strategie future saranno basate sulle più recenti informazioni disponibili, visto che, rispetto al 2011, si disporrà di un accesso più ampio a un maggior numero di comunità e a importanti fonti di soluzione per il miglioramento della situazione rom. Tali riflessioni devono costituire il fondamento di piani d’azione dettagliati e realistici, con una dotazione finanziaria predefinita, realistica e adeguata, inclusa nei bilanci nazionali, regionali e locali, a seconda dell’entità delle esigenze di inclusione sociale delle persone di origine rom. ritiene che la Commissione debba elaborare una proposta di direttiva per il periodo successivo al 2020 sull’uguaglianza e l’inclusione delle persone di origine rom in Europa, che ponga in primo piano la lotta alla povertà e l’antiziganismo; sottolinea che la nuova proposta deve contemplare obiettivi, misure e traguardi chiari e vincolanti per gli Stati membri, un calendario preciso e requisiti chiari e vincolanti in materia di avanzamento, nonché indicatori di risultato e finanziamenti adeguati per la sua attuazione; pone l’accento sulla necessità di un solido meccanismo di monitoraggio e vigilanza per garantire un’efficace attuazione e un corretto dei fondi; fa presente che nella proposta di politica pubblica dell’UE per il periodo successivo al 2020 per le persone di origine rom sarebbe opportuno menzionare esplicitamente l’equa partecipazione in tutti i campi della vita pubblica, la partecipazione politica, nonché la lingua, le arti, la cultura, la storia e l’ambiente delle persone di origine rom, in aggiunta ai quattro principali settori prioritari di istruzione, occupazione, alloggi e assistenza sanitaria;
Raccomandazioni alla Commissione – Invita la Commissione UE a elaborare una proposta di direttiva dell’UE per il periodo successivo al 2020 sull’uguaglianza e l’inclusione delle persone di origine rom, dando priorità a: (i) la realizzazione di un impatto positivo; (ii)un approccio basato sui diritti, comprensivo di un piano per eliminare le disuguaglianze sociali ed economiche; (iii) l’elaborazione di una visione per la proposta futura, che comprenda obiettivi specifici, misurabili, realizzabili, pertinenti e con scadenze precise, per proteggere e migliorare l’inclusione delle persone di origine rom; e (iv) l’eliminazione delle disuguaglianze, specialmente per la primissima infanzia;
Chiede alla Commissione di garantire l’equa partecipazione delle organizzazioni della società civile rom e pro-rom, degli esperti e dei membri delle comunità, compresi quelli attivi a livello locale e regionale, tenendo conto di una prospettiva di genere sia nel dibattito politico che nel processo decisionale; di tenere conto dell’eterogeneità interna della comunità negli ambiti prioritari della proposta di direttiva dell’UE per il periodo successivo al 2020, garantendo che nessuno venga lasciato indietro, e di utilizzare la denominazione “persone di origine romanì” quando si fa riferimento ai gruppi rom nell’ambito delle politiche e delle discussioni dell’UE dopo il 2020; di prendere in considerazione un nuovo strumento o sottoprogramma di finanziamento, da collegare a un programma di finanziamento dell’UE già esistente in materia di istruzione o spesa sociale, quali ad esempio Erasmus Plus o il Fondo sociale europeo, per un sostegno mirato e su misura a un’istruzione di qualità per gli alunni e gli studenti di origine rom tra i 3 e i 18 anni che si trovano in condizioni di estrema povertà e che non hanno accesso agli attuali strumenti di finanziamento dell’UE a favore dell’istruzione e dell’inclusione sociale;
Invita la Commissione a rafforzare il legame tra gli strumenti finanziari e politici tradizionali dell’Unione, in particolare i Fondi strutturali e di investimento europei, e le priorità in materia di inclusione delle persone di origine rom, nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale;
Raccomandazioni agli Stati membri-Esorta gli Stati membri, per il periodo successivo al 2020, a elaborare strategie nazionali di inclusione delle persone di origine rom che siano fondate su dati quantitativi e qualitativi realistici, dispongano di un’adeguata dotazione di bilancio predefinita, integrata nei bilanci nazionali, regionali e locali e che riflettano la portata delle necessità di inclusione sociale delle persone di origine rom; Invita gli Stati membri a riconoscere ufficialmente l’antiziganismo come una forma specifica di razzismo nei confronti delle persone di origine rom e a elaborare e attuare misure di prevenzione e di reazione specifiche ed efficaci per combatterlo a tutti i livelli in cui si manifesta; Chiede agli Stati membri di rafforzare la partecipazione delle persone di origine rom nell’ambito della definizione delle politiche, passando da un approccio paternalistico a un approccio non paternalistico; Invita gli Stati membri a indicare l’entità dei finanziamenti necessari per attuare le misure proposte per l’inclusione delle persone di origine rom e a dichiarare l’ammontare dei fondi disponibili per tali misure dai bilanci nazionali e dell’UE; Invita gli Stati membri a mettere a punto meccanismi di monitoraggio più efficienti e rafforzati per garantire che i fondi stanziati siano spesi correttamente e non siano utilizzati in modo improprio.
Alessandra Servidori