Torna in piazza la Cgil, con una manifestazione (nella romana Piazza del Popolo), che segna la conclusione di un percorso scandito da oltre 200 assemblee che si sono svolte in tutta Italia in questi mesi, coinvolgendo non solo delegati sindacali, ma anche movimenti, associazioni, studenti. E ancora delegati sindacali, di tutte le categorie, si alterneranno sul palco di piazza del Popolo sabato mattina, a partire dalle 10.
Le parole d’ordine sono quelle di base: pace, lavoro, giustizia sociale, democrazia. Per ciascuna il sindacato di Corso Italia ha una sua proposta. Sulla pace, in particolare, è noto che la confederazione ha una posizione assai diversa da quella del governo (e anche diversa rispetto al Pd di Enrico Letta): contraria all’invio delle armi in Ucraina, la Cgil chiede infatti il “cessate il fuoco immediato e l’apertura di un negoziato, nel quale l’Europa deve svolgere una vera azione diplomatica”. Sarà interessante vedere quanta parte della manifestazione – e delle conclusioni che terrà Maurizio Landini – sarà imperniata sul tema Ucraina, e con quali toni: considerando che l’iniziativa della Cgil si tiene alla vigilia del fatidico 21 giugno, data in cui è previsto l’intervento del premier Mario Draghi in parlamento, sullo stesso tema. Appuntamento politico abbastanza delicato, data la spaccatura interna alla maggioranza che sostiene Draghi, con Conte, Salvini e altri schierati contro l’intervento bellico.
Per quanto riguarda il lavoro, la Cgil chiede la fine “della precarietà, del finto lavoro autonomo, del lavoro povero e sommerso”; chiede “investimenti” che possano garantire “buona e stabile occupazione”; il rinnovo dei contratti nazionali e l’aumento dei salari; la legge per la rappresentanza e l’estensione erga omnes della validità dei contratti nazionali; un piano straordinario di assunzioni per donne, giovani e Mezzogiorno; un investimento specifico per la salute e la sicurezza (ne parlerà dal palco di Piazza del Popolo Stefano Massini, fresco del trionfo ai Tony Awards di New York, in pratica l’Oscar del teatro); il diritto alla formazione permanente.
Infine, per il capitolo “giustizia sociale e democrazia”, la Cgil presenta un lungo elenco di richiesta: sostegni strutturali per i redditi più bassi, ribadendo che i 200 euro di bonus decisi dal governo non bastano; l’aumento del netto in busta paga e la diminuzione del carico fiscale per lavoratori e pensionati; l’aumento del valore e della platea della quattordicesima per i pensionati; contributo di solidarietà straordinario sulle grandi ricchezze (non esattamente una patrimoniale, ma qualcosa di simile); aumento dei finanziamenti per sanità, scuola, università e ricerca pubbliche; una legge sulla non autosufficienza; l’istituzione della pensione di garanzia per precari, lavoratori discontinui e, infine, il superamento della legge Fornero.
Molte di queste richieste sono comuni anche a Uil e Cisl, molte altre no; ma la manifestazione, come detto, è organizzata dalla sola Cgil. Che d’altra parte la inserisce nel contesto del percorso congressuale che si concluderà con le assise generali a fine anno. Ma si sa che la Cisl non ha gradito questa nuova iniziativa solitaria; e dunque il rischio che la piazza di sabato allontani ulteriormente le due confederazioni maggiori, dopo lo strappo al congresso della Cisl, c’è tutto.
Nunzia Penelope