E’ finita male la riunione del direttivo della Cgil che sabato scorso doveva prendere alcune decisioni sul prossimo congresso della confederazione, in programma a Bari nel mese di gennaio. E’ finita male perché la divisione presente nell’organizzazione in merito all’elezione del prossimo segretario generale non solo non è stata superata, ma al contrario si è approfondita, talché la Cgil al momento è spaccata in due tronconi.
Subito dopo aver trattato i problemi di bilancio della confederazione il direttivo ha ascoltato una relazione della segretaria generale che ha dato notizia del fatto che la consultazione che lei aveva tenuto prima dell’estate aveva dato indicazioni precise circa ala possibilità che fosse eletto a quella carica Maurizio Landini. E che per questo la designazione era stata portata all’attenzione della segreteria confederale che l’aveva approvata a maggioranza. Si è poi aperto il dibattito, molto vivace fin dalle prime battute, che ha evidenziato l’esistenza di due precisi partiti all’interno della confederazione.
Il gruppo di dirigenti della confederazione che non approva la designazione da parte della segreteria confederale di Maurizio Landini al vertice dell’organizzazione ha poi presentato un ordine del giorno nel quale si affermava la preminenza della tenuta unitaria dell’organizzazione, si prendeva atto che la segreteria generale non aveva avanzato una proposta unitaria e si chiedeva che si ottemperasse scrupolosamente alle regole della confederazione, statuto e regolamenti, nel corso dell’iter da seguire per l’individuazione della dirigenza.
Questo ordine del giorno non è stato gradito all’altra parte della confederazione che a sua volta ha presentato un secondo ordine del giorno di segno opposto a quello già presentato. Ne è seguita, a quanto è stato possibile sapere, una fase molto confusa, nella quale alcuni hanno cercato di interrompere il dibattito anche a costo di cassare parecchi interventi già iscritti, tra i quali quelli di alcuni che avevano firmato il primo ordine del giorno. Per evitare ulteriori divisioni e poter rinviare il tutto a una nuova riunione del direttivo tutti i membri del direttivo contrari alla designazione di Landini sono usciti dall’aula del direttivo, facendo così tra l’altro mancare il numero legale per poter andare avanti in un modo o nell’altro.
Alla fine quindi non c’è stata una qualsiasi conclusione, se non l’impegno di tornare a discutere a breve, considerando il fitto calendario dei congressi in calendario.
Massimo Mascini