“Non c’e’ un problema tra il governo italiano e la Commissione europea, c’e’ un dibattito”: cosi’ Jean Claude Juncker getta acqua sul fuoco dello scontro che da giorni vede uno scambio di battute al veleno tra la commissione e il nostro governo. Battute che Juncker riclassifica come assolutamente normali: “Ci sono stati scambi di propositi vivaci, è normale in democrazia e non porta a conseguenze”, ha affermato, precisando che le relazioni con Matteo Renzi sono buone, anzi ottime: “Non ci sono problemi tra il governo italiano e la commissione, salvo un dibattito talvolta condotto con toni maschi e virili” – ha detto ancora Juncker- “Ma ci sono buone relazioni tra la commissione, il suo presidente, il governo italiano e il suo presidente del Consiglio”.
Ma se va tutto bene, per quale motivo, allora, venerdi scorso, avrebbe denunciato pubblicamente l’eccesso di critica da parte dal nostro premier? “ho solo detto -ha replicato Juncker- che sono triste in merito ad alcuni commenti nei riguardi della Commissione. Da allora non ho nulla da aggiungere, salvo ricordare una cosa che non è stata riportata:e cioe’ che ho avuto frasi di amore verso l’Italia”.
Mentre Juncker cercava di abbassare i toni, pero’, un europarlamentare Pd, Nicola Danti, ha presentato una interrogazione urgente alla Commissione europea per chiarire se il tedesco Martin Selmayr, capo di gabinetto dello stesso Juncker, abbia “sempre rispettato, nell’ambito delle sue funzioni, il codice interno di buona condotta amministrativa”. L’interrogazione, a termini di regolamento, dovrebbe avere una risposta entro 30 giorni.
Nel testo dell’interrogazione, dopo aver ricordato il codice di buona condotta amministrativa della Commissione Ue, Danti rileva che Selmayr, secondo le indiscrezioni, “costituirebbe un canale privilegiato di informazione per le cancellerie di alcuni Stati membri, consentendo il passaggio di comunicazioni riservate”. Una pratica che, se confermata, “sarebbe improntata a tutelare specifici interventi nazionali o politici piuttosto che l’interesse generale dell’Ue, in contraddizione con le posizioni sempre imparziali del presidente della Commissione”. Per questo Danti chiede alla Commissione di assicurare che sia stato rispettato il codice e che “non sia stata fornita o anticipata, in via privilegiata e contraria all’interesse generale dell’Unione, ad alcuna cancelleria alcuni tipo di informazione, formale o informale, riguardo le azioni e le decisioni assunte dalla commissione”.