L’Italia resta “intrappolata nella recessione” e secondo l’Ocse “è probabile che la disoccupazione continui ad aumentare”: dal 12,2 per cento toccato lo scorso maggio è attesa al 12,5 per cento verso la fine del 2014. “La recessione continuerà per tutto il 2013 e l`economia italiana è attesa in leggera ripresa solo nel 2014”, afferma l’ente parigino nella scheda paese sull’Italia pubblicata nel rapporto annuale sull’occupazione.
La performance occupazionale italiana “è peggiorata rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea: mentre un anno fa il tasso di disoccupazione era al livello della media europea, oggi ne è più elevato di più di un punto percentuale”.
L’Ocse ‘assolve’ la riforma Fornero. Pur rilevando un netto peggioramento delle performance occupazionali dell’Italia rispetto al resto dell’Ue negli ultimi mesi, nel rapporto annuale sull’occupazione l’ente parigino afferma che “la riforma del mercato del lavoro del 2012 aumenterà verosimilmente la creazione di posti stabili nel medio termine”. Nello stesso studio l’ente parigino rileva come la performance occupazionale italiana sia peggiorata rispetto ad altri paesi Ue: “mentre un anno fa il tasso di disoccupazione era al livello della media europea, oggi ne è più elevato di più di un punto percentuale”.
Tuttavia “ci si può aspettare che, avendo limitato i casi di licenziamento senza giustificato motivo in cui il reintegro nel posto di lavoro può essere ordinato dal giudice e reso le procedure di soluzione dei conflitti più veloci e previsibili, la riforma (Fornero) dia un impulso alla crescita della produttività – dice l’Ocse nella scheda sulla Penisola – e alla creazione di lavoro nel prossimo futuro”.
Tra l’altro, ciononostante secondo l’Ocse “l’Italia rimane uno dei paesi Ocse con la legislazione più restrittiva sui licenziamenti, in particolare per quello che riguarda la compensazione in assenza di reintegro e la definizione restrittiva di licenziamento ingiustificato che domina nella giurisprudenza”.