Secondo i dati Istat, poco più di una impresa su dieci vende online. L’11% delle imprese con almeno 10 addetti ha venduto online i propri prodotti nel corso dell’anno precedente (10% nel 2015); la quota sale al 30,5% nel caso di imprese con almeno 250 addetti, mentre scende al 7,6% (era 6,7% nel 2015) se consideriamo tutte le imprese che hanno effettuato vendite online per un valore almeno pari all’1% del proprio fatturato totale.
Crescono lievemente le imprese che vendono via web (8,8% contro 7,9% del 2015), tale canale continua a essere preferito rispetto ad altri online. Fra le imprese che vendono via web predominano quelle che hanno come compratori i consumatori privati (81,7% rispetto al 78,9% del 2015) anziché imprese e amministrazioni pubbliche (59,1%). Il 98,6% delle imprese vende via web a clienti residenti in Italia, il 62,4% a quelli dell’Unione europea e il 47,0% a tutti gli altri.
Il fatturato online si attesta all’8,8% del fatturato totale (9,2% nell’anno precedente): la quota è al 3,1% per le imprese con 10-49 addetti, al 12,5% per quelle con almeno 250 addetti, scende per quelle con 100-249 addetti, che ottengono un fatturato online dell’11,6% (18,0% nell’anno precedente).
Si riduce al 74,7% la presenza sul mercato online delle imprese attive nell’editoria: lo scorso anno era in crescita (da 67,0 del 2014 all’82,6% del 2015). Cresce invece il settore nei servizi di alloggio (da 62,6 a 78,3%). Ancora in coda, anche per la natura del prodotto offerto, quelle attive nel settore delle costruzioni (da 2,1 a 2,5%).
Anche nel 2016, in termini di contributo delle attività economiche al valore totale degli scambi online, considerando solo le attività che contribuiscono per almeno l’1% del fatturato online, i settori più rappresentati sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto e del commercio: il primo settore coinvolge l’1,6% delle imprese ma contribuisce per il 18,3%; il secondo coinvolge il 27,0% delle imprese e contribuisce per il 26,0% del fatturato online. Nei servizi di alloggio, il 22,3% delle imprese vende online ma contribuisce ad appena l’1,8% del fatturato online totale.
Ma è boom per gli acquisti online: lo shopping sulla rete conquista un italiano su due. Rispetto al 2015 aumenta dal 48,7% al 50,5% la quota di individui di 15 anni e più che hanno navigato in Internet e effettuato acquisti online nei tre mesi precedenti l’intervista; in particolare, negli ultimi tre mesi il 28,7% ha ordinato o comprato merci o servizi, il 12,0% nel corso dell’anno e il 9,7% più di un anno fa.
Sono più propensi ad acquistare online gli uomini (54,4%), le persone tra i 20 e i 34 anni (60,0%) e i residenti nel Nord-est (55,8%). Tra chi ha fatto acquisti negli ultimi tre mesi, il 13,3% ha fatto uno o due ordini, il 9,2% tra i tre e i cinque, il 3,6% tra sei e dieci. Soltanto una piccola quota ha fatto più di dieci ordini (1,7%). I beni più acquistati sono i servizi riguardanti “viaggi e trasporti” (40,9%) e “abiti e articoli sportivi” (40,2%), resta invece ancora poco diffuso l’acquisto di prodotti alimentari (8,6%).
I servizi più utilizzati online sono quelli bancari (41,3% degli internauti), soprattutto nella classe di età 35-44 (48,7%) e quelli di pagamento (come ad es. paypal) usati dal 34,4% degli utenti, con un picco tra i 20 e i 34 anni (43,2%), mentre il ricorso alle Rete per vendere merci o servizi (per es. tramite ebay) è praticato dal 9,3% degli utenti (con una diminuzione di 4 punti percentuali rispetto al 2015). Si registra nel 2016 una forte distanza tra il Nord e il Mezzogiorno, di 20 punti percentuali per l’e-banking e di più di 10 punti per i servizi di pagamento.