Sono tre milioni i lavoratori irregolari in Italia. E’ la stima dell’Istat nel 2009. A riferirlo é stato il presidente dell’Istituto di statistica, Enrico Giovannini, in un’audizione in commissione Lavoro della Camera. In percentuale, il tasso di irregolarità si é attestato sul 12,2%, in calo rispetto al 2001, quando le unità di lavoro irregolari arrivavano a tre milioni 280mila e il tasso raggiungeva il 13,8 per cento. Quanto al peso rispetto al Pil l’ultimo dato é riferito al 2006, quando il valore aggiunto era apri al 6,4% del Pil, a fronte del 7,6% del 2001.
Tra gli irregolari, la maggior parte é rappresentata dai residenti: sono un milione 652 mila, cioé il 55,7% del totale. All’opposto, gli stranieri clandestini con 377mila unità rappresentano la componente più ridotta del lavoro non regolare (12,7 per cento). Si tratta di un fenomeno molto variabile di anno in anno: i dati Istat mostrano tassi che spaziano fra il massimo del 22% registrato nel 2001 e il minimo del quattro per cento del 2003. L’andamento sembra essersi attestato nell’ultimo quadriennio, con oscillazioni comprese fra il massimo del l’11.8 nel 2006 e il minimo del 13,8% nel 2008. Giovannini ha comunque fatto notare che “nonostante gli interventi di sanatoria nel periodo 2001-2008 il numero di lavoratori stranieri irregolari é cresciuto, subendo un’inversione di tendenza solo nel 2009”.
Le rilevazioni territoriali mostrano andamenti diversificati, con livelli superiori in assoluto al Sud, ma con una evidente tendenza della crescita nell’Italia settentrionale. In particolare, con un incremento costante anno dopo anno dal 2003 al 2007, nel Nord-Ovest il tasso di lavoro irregolare é passato dal 7,7 al 9,2%; nel Mezzogiorno, invece, é sceso dal 19,7 al 18,3%.
Fra i settori di attività l’agricoltura é nettamente al primo posto, seguita dal commercio. A livello nazionale, nelle attività agricole il lavoro nero é rimasto sopra il 20% negli ultimi cinque anni, superando il 22% nel 2005 e arrivando al 24,5% nel 2009. In questo comparto le differenze territoriali tendono ad annullarsi. Nel 2007 il minimo era al Nord-Est con il 22,9% e il top al Sud, con il 25,3 per cento. Nelle singole Regioni, peraltro, il picco é appannaggio del Lazio, dove la percentuale si innalza fino al 32,8 per cento. (FRN)