Nel 2012 il prodotto interno lordo (Pil) italiano calerà del 2,3%, mentre nel 2013 scenderà dello 0,5% “nonostante l’attenuazione degli impulsi sfavorevoli ed un moderato recupero dell’attività economica nel secondo semestre”. E’ quanto prevede l’Istat nelle “Prospettive per l’economia italiana nel 2012-2013”.
La caduta del Pil iniziata nel terzo trimestre del 2011 dovrebbe proseguire, con intensità sempre più contenute, fino al secondo trimestre del 2013: la durata della crisi attuale supererebbe così sia quella del biennio 2008-09 (5 trimestri) sia quella del periodo 1992-93 (6 trimestri). L’attività economica nella seconda metà del 2012 “sarà contrassegnata da un andamento ancora in flessione, sia pur secondo ritmi significativamente meno intensi rispetto al primo semestre”, osserva l’Istat. Il Pil diminuirebbe del 2,3% in media d’anno, a causa di un contributo marcatamente negativo della domanda interna (-3,6 punti percentuali, al netto delle scorte), solo in parte compensato da quella estera netta (pari a 2,8 punti percentuali, circa il doppio rispetto al 2011).
L’apporto delle scorte risulterebbe negativo nella media del 2012 (-1,5 punti percentuali).
Nel 2013, il Pil diminuirebbe, dunque, dello 0,5%, sottendendo un lieve recupero dell’attività economica nel secondo semestre. In media d’anno il sostegno della domanda estera netta (0,5 punti percentuali) non risulterebbe ancora sufficiente a bilanciare il contributo negativo proveniente delle componenti interne di domanda (-0,9 punti percentuali al netto delle scorte). Tali previsioni incorporano “gli interventi contenuti nel Disegno di legge di stabilità presentato dal Governo, ma non le modifiche proposte nel corso della discussione parlamentare del provvedimento”, precisa l’istituto.