L’Istat ha pubblicato il rapporto “Le molestie e i ricatti sessuali sul lavoro”. L’indagine è stata eseguita negli anni 2015-2016 su un campione di circa cinquantamila persone, maschie e femmine. Rispetto alla precedente indagine, 1997-1998, si registra un miglioramento dei dati rilevati. Secondo il rapporto il miglioramento è da attribuire ad “una sempre maggiore attenzione dai mass media e molte sono le iniziative intraprese a livello politico e sociale su questa tematica, elementi questi che hanno aiutato le donne a crescere rispetto alla consapevolezza dell’esistenza del fenomeno e della necessità di farlo emergere creando, di conseguenza, le condizioni affinché sempre più vittime non si sentissero colpevoli o peggio ancora venissero colpevolizzate. Tutto ciò ha contribuito a costruire un clima di condanna sociale della violenza contro le donne favorendo il contenimento di questi fenomeni”.
Ci sono anche delle novità rilevanti rispetto all’indagine degli anni ’90. “Per la prima volta – si legge nel rapporto – i quesiti sulle molestie hanno riguardato sia le donne sia gli uomini tra i 14 e i 65 anni (15.764 donne e 16.347 uomini). Le molestie rilevate includono: le molestie verbali, l’esibizionismo, i pedinamenti, le telefonate oscene e le molestie fisiche sessuali. Rispetto alla precedente indagine sono stati introdotti tre nuovi quesiti volti a studiare nuove forme di molestie quali il mostrare foto o immagini pornografiche contro la volontà della persona e, per gli utilizzatori di internet, le proposte o i commenti osceni o inappropriati e il furto di identità su internet e sui social network allo scopo di scrivere messaggi offensivi o imbarazzanti su altre persone. È stata inoltre inserita una nuova domanda, rivolta anche questa sia agli uomini sia alle donne, sugli atti sessuali subiti nell’infanzia.”
Ma se la maggior parte dei dati sono migliorati emerge di nuovo un aumento dei ricatti sessuali sul posto di lavoro subiti nel corso della vita. In assoluto, sono 8 milioni 890mila (44%) le donne in età 14-65 anni che hanno subito nell’arco della loro vita molestie al di fuori dell’ambito lavorativo o sul posto di lavoro o ricatti sessuali per l’assunzione, per mantenere il posto di lavoro o fare carriera. Per la precisione un milione e 404 mila le donne tra 15 e 65 anni che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche sul luogo di lavoro, o da parte di un collega o di un datore di lavoro, o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Rappresentano l’8,9% delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione.
Un numero impressionante. Al centro e al nord-est si rilevano le percentuali più alte, rispettivamente il 13,5% e l’8,3%. Mentre parliamo di 1 milione e 173mila donne (7,5%) che nel corso della loro vita lavorativa sono state sottoposte a qualche tipo di ricatto sessuale per ottenere un lavoro o per mantenerlo o per ottenere progressioni nella loro carriera. Le professioni maggiormente colpite sono: professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, legislatori, imprenditori, dirigenti (ricatti per mantenere il posto di lavoro o per ottenere avanzamenti 6,8%; ricatti per assunzione 12,8%), professioni tecniche (ricatti per mantenere il posto di lavoro o per ottenere avanzamenti 10,3%; ricatti per assunzione 12,1%), Impiegati (ricatti per mantenere il posto di lavoro o per ottenere avanzamenti 30,5%; ricatti per assunzione 30,5), professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (ricatti per mantenere il posto di lavoro o per ottenere avanzamenti 36,6%; ricatti per assunzione 28,0%). Ci sono quindi delle professioni in cui è più probabile che si verifichino molestie e paradossalmente queste sono nell’ambito delle professioni più qualificate.
Gli autori delle molestie, continua il rapporto Istat, sono per la maggior parte uomini, il 97% e le molestie più diffuse in assoluto fuori e dentro il posto di lavoro risultano essere le molestie verbali e il pedinamento. In termini assoluti sia uomini che donne hanno subito molestie sessuali da estranei circa il 59 % degli uomini e il 61% delle donne. Questo dato, però, potrebbe fuorviare. Per molestie sessuali il rapporto intende “le sole molestie con contatto fisico, ovvero le situazioni in cui la donna o l’uomo sono stati avvicinati, toccati o baciati contro la loro volontà”. Nel rapporto Istat pubblicato a novembre del 2017 si sottolinea che “le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti)”. Una differenza importante da tenere a mente.
Infine, il rapporto del 2015-2016 ha rilevato sul campione le violenze sessuali subite da bambini e ragazzi. “Sono oltre 2 milioni (il 5% della popolazione dai 14 ai 65 anni) le persone che dichiarano di aver subito prima dei 18 anni atti sessuali come essere toccati nelle parti intime, i genitali o il seno, o essere costretti a toccare qualcuno nelle sue parti intime. Si tratta di fatti che hanno
coinvolto 1 milione 567mila donne (7,8%) e 435mila uomini (2,2%). Nella maggioranza dei casi questi fatti si sono verificati una sola volta, ma per circa un quarto delle vittime si sono ripetuti da 2 a 5 volte mentre una quota non trascurabile dichiara di non ricordare quante volte sia successo.”
Alessia Pontoriero