A settembre 2012 il commercio estero segna una battuta d’arresto, con le esportazioni che scendono del 2,0% rispetto ad agosto e del 4,2% su base annua, la peggiore flessione da dicembre 2009. Lo rileva l’Istat. Anche le importazioni calano, cedendo il 4,2% a livello congiunturale e il 10,6% nel confronto annuo.
I ribassi arrivano dopo una buona, almeno per l’export, performance registrata ad agosto. Infatti se si guarda al terzo trimestre le vendite, in termini tendenziali, risultano ancora positive (+2,2%), mentre gli acquisti si riducono (-6,4%), probabilmente come conseguenza di una debole domanda interna. Analizzando i diversi settori e la direzione dei flussi, su base annua, l’Istat rileva una flessione delle vendite particolarmente accentuata per Cina (-18,8%), paesi Mercosur, ovvero Argentina-Brasile-Paraguay-Uruguay, (-13,7), Romania (-13,6%), Spagna (-12,8%) e Germania (-10,3%), mentre aumentano i flussi verso Stati Uniti (+19,4%) e paesi Asean, cioé del Sud Est asiatico (+22,9%). I cali sono diffusi in quasi tutti i settori; invece rilevante è l’espansione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati (+23,4%) e di prodotti agricoli (+5,4%). Quanto all’import, segnali di forte flessione si rilevano per gli acquisti da Giappone (-35,0%), India (-30,9%) e paesi Eda, economie dinamiche del’Asia (-26,0%), mentre sono in forte crescita gli acquisti dai paesi Opec (+18,0%) e Russia (+16,7%). Gli acquisti di autoveicoli (-44,9%) sono in netta flessione. L’Istituto di statistica inoltre spiega come la diminuzione delle vendite di macchinari e apparecchi (non classificati altrove) verso Cina e Germania, di metalli di base e prodotti in metallo verso Francia e Germania contribuisca per quasi un punto percentuale alla riduzione annua dell’export.