Per il mondo delle imprese crescono i segnali di incertezze. Nel 2018 prevale ancora la quota di aziende che hanno aumentato fatturato, capitale fisico e occupati a elevata qualifica professionale, ma la percentuale di chi segnala riduzioni di fatturato è in crescita rispetto al 2017. Le imprese “in ripiegamento” sono circa un terzo del totale (32,4%) e nel 2018 hanno subito perdite sia sul mercato interno sia su quello estero.
È quanto emerge dal rapporto dell’Istat sulla competitività dei settori produttivi. Nel 2018 il fatturato manifatturiero è cresciuto del 3,2% in decelerazione rispetto al 2017 (+5%). All’incremento hanno contribuito sia la componente esportata sia quella interna e quasi tutte le attività del comparto, ad eccezione degli autoveicoli e degli altri mezzi di trasporto. Per i prodotti petroliferi, le riparazioni e manutenzioni di macchinari e la metallurgia, la crescita del fatturato è stata di oltre il 5%.
Ai primi posti della graduatoria della competitività restano i settori della farmaceutica, apparecchiature elettriche, macchinari e bevande. Per le attività a debole performance, quasi tutti i settori del Made in Italy, la competitività rimane debole.