Nel mese di marzo l’indice dei prezzi all’importazione dei prodotti industriali aumenta dello 0,4% rispetto al mese precedente e diminuisce del 3,8% nei confronti di marzo 2014. Lo rende noto l’Istat precisando che al netto del comparto energetico l’indice aumenta dello 0,3% rispetto al mese precedente e dello 0,9% in termini tendenziali.
L’indice dei prezzi all’importazione dei beni di consumo segna a marzo, rispetto al mese precedente, un aumento dello 0,3% per il mercato totale e per quello dell’area euro e dello 0,5% per quello dell’area non euro. Rispetto a marzo 2014 gli aumenti sono dello 0,9% per il mercato totale e del 2,2% per le importazioni dall’area non euro, mentre si registra una diminuzione dello 0,4% per l’area euro.
Il raggruppamento dei beni strumentali aumenta dello 0,2% per il mercato totale, dello 0,7% per l’area non euro mentre ha variazione nulla per l’area euro; in termini tendenziali l’indice aumenta del 2,2% per il mercato totale, del 2,4% per quello riferito ad importazioni dall’area euro e del 2,0% per quello dell’area non euro.
Per i beni intermedi l’indice dei prezzi registra, in termini congiunturali, aumenti dello 0,2% per il mercato totale, dello 0,3% per l’area euro e dello 0,1% per l’area non euro; rispetto a marzo 2014 si registrano una variazione nulla per il mercato totale, una diminuzione dell’1,3% per quello dell’area euro ed un aumento dell’1,3% per le importazioni riferite all’area non euro.
L’indice dei prezzi all’importazione relativo all’energia registra, rispetto al mese precedente, aumenti dell’1,0% per il mercato totale e dello 0,9% per l’area euro e per l’area non euro; in termini tendenziali si registrano diminuzioni del 19,8% per il mercato totale, dell’8,3% per le importazioni provenienti dall’area euro e del 20,2% per quelle riferite all’area non euro.
I prezzi all’importazione segnano, nell’ambito delle attività manifatturiere, il tasso di crescita tendenziale più elevato, per quel che riguarda l’area euro, nel settore della fabbricazione di mezzi di trasporto (+4,2%), mentre per l’area non euro nel settore dell’industria del legno, della carta e stampa (+4,0%).
Il calo tendenziale più marcato risulta, sia per l’area euro che per quella non euro, nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (rispettivamente -11,6% e -14,2%).