L’Istat comunica che, a maggio 2014, gli ordinativi dell’industria hanno segnato una flessione congiunturale del 2,1%, con una diminuzione del 4,5% degli ordinativi esteri e dello 0,2% di quelli interni. Nel confronto con il mese di maggio 2013, l’indice grezzo degli ordinativi segna una diminuzione del 2,5%.
Secondo l’Istat, inoltre, sempre nel mese di maggio, il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, diminuisce dell’1% rispetto ad aprile, registrando flessioni sia sul mercato estero che su quello interno (rispettivamente -1,9% e -0,6%). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di maggio 2013), il fatturato totale cresce in termini tendenziali dello 0,1%, con un aumento dello 0,1% sul mercato interno ed una flessione dello 0,1% su quello estero.
Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo diminuisce dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti (-0,8% per il fatturato estero e -0,7% per quello interno).
Roma, 21 lug. (TMNews) – Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano diminuzioni congiunturali per i beni di consumo (-1,7%), i beni strumentali (-1,2%) e i beni intermedi (-1,0%), mentre l’energia segna un incremento (+2,7%).
L’indice grezzo del fatturato cala, in termini tendenziali, del 3,1%: il contributo più ampio a tale flessione viene dalla componente interna dei beni intermedi.
Per il fatturato, limitatamente al comparto manifatturiero, l’incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+6,0%), mentre la diminuzione più ampia riguarda la fabbricazione di prodotti chimici (-5,4%).
“Il mercato interno non risponde adeguatamente e i dati sulla produzione industriale risentono fortemente degli effetti della crisi. Spagna e Portogallo sono già in deflazione; non deve succedere anche al nostro Paese. Utilizziamo al meglio il tempo del semestre europeo a presidenza italiana”. mattina dall’Istat rispetto agli ordinativi dell’industria.
“La flessione su base mensile e quella su base annua –ha continuato Palombella- ci preoccupa perché tuttora non intravediamo quella giusta politica industriale per risalire la china. Ci vogliono investimenti materiali ed immateriali sul manifatturiero, perché se si continua così il tanto invocato ‘rinascimento industriale’ rimarrà una chimera rispetto all’esistente arretramento vissuto dal settore in questione”.