No alla manovra triennale del Governo, sì alla riforma del modello contrattuale, un invito rivolto a Cisl e Uil per costruire una mobilitazione unitaria. L’ordine del giorno del direttivo Cgil, che recepisce la relazione del segretario generale, Guglielmo Epifani, ha toccato i nodi principali dell’attuale dibattito sociale e politico. Con alcune conferme e una novità: l’idea di una protesta comune, insieme agli altri confederali, “in difesa dei risultati raggiunti e a sostegno delle proposte che, partendo dalla piattaforma sul fisco, obblighino il Governo a un cambiamento vero”. Il primo piano economico-finanziario di Berlusconi IV viene bocciato dalla Cgil: le linee guida sono “sbagliate e inadeguate”, il metodo è preoccupante perché il decreto legge “rischia di limitare il ruolo del Parlamento”, taglia la spesa e colpisce servizi locali, scuola e sanità, non interviene per risollevare il potere d’acquisto di salari e pensioni, non accoglie nessuna richiesta sindacale. A questo punto, avverte Corso Italia, risulta a rischio anche la ripresa prevista per il 2009. La Confederazione rivolta la ricetta del Governo: bisogna rinnovare tutti i contratti ancora aperti, alzare le detrazioni fiscali per le fasce deboli, evitare di aumentare ticket e tariffe. Deve finire la campagna per delegittimare i lavoratori pubblici, aggiunge, e per questo lancerà una vasta azione informativa rivolta anche ai privati. E poi c’è la trattativa sindacati-imprese, che riprende proprio stasera, a cui il direttivo rivolge un avvertimento: “Siamo impegnati a far sì che il percorso avviato possa concludersi con un’intesa, ciò dipenderà solo ed esclusivamente dal merito della stessa”.
La Cgil, con il documento di oggi, chiede ufficialmente a Cisl e Uil di criticare il nuovo Governo: non una rottura ma una presa di posizione netta, ovvero la richiesta di riscrivere la manovra nei suoi punti principali, sulla base delle posizioni comuni come quella sui temi fiscali e previdenziali. A un anno dall’accordo, insomma, Epifani vuole riaffermare le basi del protocollo di luglio su welfare e competitività. “Una forte mobilitazione”, dice il testo, nella piena consapevolezza che gli altri sindacati non hanno le stesse posizioni. Respinge il conflitto sociale la Uil ma soprattutto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che lo ha ripetuto spesso negli ultimi giorni: sulle priorità sociali serve pazienza, visti i conti pubblici è meglio accettare piccoli interventi migliorativi, se il sindacato scende in piazza può scomparire dai luoghi di lavoro, con il rischio di decisioni salariali prese unilateralmente dalle aziende.
(In Documentazione il testo dell’ordine del giorno)
24 giugno 2008
Emanuele Di Nicola