“Il nuovo provvedimento del governo sul Quarto Conto Energia presenta contenuti fortemente peggiorativi, retroattivi e discriminanti”. Lo sostiene un gruppo di operatori e investitori stranieri in campo energetico, che ha deciso di avviare una procedura di contenzioso internazionale contro lo Stato italiano, richiamandosi ai principi sanciti dal Trattato sulla Carta dell’Energia di Lisbona del 1994.
In una lettera alla Presidenza del Consiglio, ai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, oltre che alla Conferenza Stato-Regioni, il gruppo di investitori (di cui fanno parte anche Aes Solar Energy Bv, Akuo Energy Sas, Fotowatio Renewable Ventures, Martifer Solar e altri) sottolinea gli aspetti critici della bozza di decreto, lamentando di aver avviato in Italia “importanti investimenti nel settore dell’energia solare, sulla base di un quadro normativo perfezionatosi nell’agosto del 2010, ma che a soli 3 mesi dalla data in cui ha iniziato a spiegare la sua efficacia è stato completamente disatteso dal Governo italiano e a breve potrebbe essere sostituito da un provvedimento quale il Quarto Conto Energia dai contenuti fortemente peggiorativi, retroattivi e discriminanti”.
Per i ricorrenti, le previsioni normative contenute nel Quarto Conto Energia (così come quelle già contenute del decreto sulle Rinnovabili), “violano gli obblighi nascenti dal trattato di promozione e tutela degli investimenti previsti dal trattato sulla carta dell’energia stesso e più specificamente dell’obbligo di creare condizioni stabili, eque, favorevoli e trasparenti per gli investitori di altri Stati che effettuano investimenti nel territorio italiano; con il trattamento di piena tutela e sicurezza di cui devono beneficiare gli investimenti; con il divieto di pregiudicare con misure ingiustificate e discriminatorie la gestione, il mantenimento, l’impiego, il godimento o l’alienazione degli investimenti”.
Gli investitori auspicano altresì che il Governo italiano si attivi per emanare “un provvedimento più equo in modo da tutelare e non pregiudicare gli investimenti già intrapresi consentendone il completamento come originariamente previsto”. (LF)
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