A fine dicembre 2021 le domande accolte dall’Inps per il pensionamento con quota 100 nel triennio 2019-2021 sono state 374.432 (150.222 nel 2019; 115.189 nel 2020; 109.021 nel 2021), “ampiamente al di sotto di quelle attese” secondo i calcoli della relazione tecnica del Dl 4/2019 (317mila pensionati nel 2019; 177mila nel 2020; 184mila nel 2021; per un totale di 678mila, circa il 45% in più di quelli che effettivamente sono andati in pensione).
E’ quanto rileva un’analisi di Inps e Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) realizzata a pochi mesi dalla chiusura del periodo di sperimentazione della misura, che ha consentito l’uscita dal lavoro a coloro che hanno maturato i requisiti di almeno 62 anni di età e 38 di anzianità contributiva (raggiungibili anche in regime di cumulo all’interno dell’Inps).
A ricorrere a quota 100, che ha permesso il pensionamento fino a 5 anni prima rispetto ai requisiti ordinari per la pensione di vecchiaia e per quella anticipata, sono stati soprattutto gli uomini. Quasi l`81% dei pensionati con quota 100 vi è transitato direttamente dal lavoro; poco meno del 9% da silente (soggetti che pur avendo in passato versato contributi non lavoravano né percepivano altre prestazioni); poco più dell`8% da una condizione di percettore di prestazioni di sostegno al reddito; circa il 2% da prosecutori volontari di contribuzione.
Utilizzando i database annuali dei contribuenti alle gestioni Inps integrati con le informazioni del monitoraggio su quota 100 è stato possibile stimare i tassi di adesione (take-up rate) dei soggetti che hanno maturato il diritto negli anni 2019 e 2020, che si sono rivelati inferiori a quelli ipotizzati, in modo prudenziale, nella relazione tecnica del decreto che ha introdotto il canale pensionistico.
Il pensionamento con quota 100 è avvenuto prevalentemente a ridosso della maturazione dei requisiti: per chi ha maturato il diritto nel 2019 il take-up complessivo a fine 2021 è stato del 49%, suddivisibile in 39% realizzato nel 2019, 14% nel 2020 e 4% nel 2021 (per costruzione, cambiando di volta in volta il denominatore, la somma delle parti non fornisce il take-up complessivo). Per quanti hanno maturato i requisiti nel 2020 il tasso di adesione complessivo a fine 2021 è del 47%, suddivisibile in 41% realizzato nel 2020 e 10% nel 2021. I takeup complessivi, soprattutto per il 2020, sono destinati ad aumentare finché l`intera platea dei potenziali aderenti avrà raggiunto i requisiti per i canali di pensionamento ordinari (approssimativamente cinque anni dall`acquisizione del diritto a quota 100).
Lo spaccato per situazione occupazionale mostra che i disoccupati, i silenti e soprattutto i prosecutori volontari fanno registrare take-up rate notevolmente più alti di quelli degli attivi. La distribuzione per livello di reddito dei soggetti che hanno utilizzato quota 100 mostra che i take-up aumentano notevolmente nel passaggio dal primo al secondo quintile di reddito per poi restare sostanzialmente stabili fino al quarto quintile e ridursi per l`ultimo quintile, tornando a livelli comparabili con il primo quintile. A livello territoriale, infine, i tassi di adesione appaiono abbastanza omogenei tra Regioni.
tn