Sono oltre 4,3 milioni i lavoratori che percepiscono meno di 9 euro lordi l’ora. A fornire il dato è l’Inps che, nel rapporto annuale, avverte: “se il quadro occupazionale appare promettente, segnali più preoccupanti vengono dalla dinamica retributiva”.
Ad ottobre 2021 i 27 contratti collettivi nazionali di lavoro principali occupavano circa l’80% dei dipendenti totali. Nel biennio 2019-2021 sono aumentati significativamente i dipendenti con contratti nazionali riguardanti poche decine o centinaia di dipendenti. Il salario mensile corrispondente a un salario lordo di 9 euro all’ora è pari a poco più di 1.500 euro e viene percepito da 4.532.476 dipendenti che rientrano in 257 contratti collettivi nazionali.
La retribuzione media effettiva pro capite (al netto quindi della Cig) nel 2021 è stata pari a 24.097 euro (23.107 nel 2020) quasi in linea con il livello del 2019 (-0,2%) a fronte di un aumento del numero di persone che ha lavorato per frazioni ridotte dell`anno (part-year). La retribuzione media delle donne nel 2021 risulta pari a 20.415 euro, sostanzialmente invariata rispetto agli anni precedenti e inferiore del 25% rispetto alla corrispondente media maschile. Ciò dipende dal maggior peso, tra le donne, sia della componente part-year (per di più con durate medie più corte) sia della componente a part-time.
La dinamica retributiva dipende fortemente dalla attività e dalla copertura contrattuale. I contratti collettivi nazionali di lavoro che coprono oltre 100mila dipendenti risultano 27 e concentrano, precisamente, il 78% dei dipendenti privati; quelli che interessano più di 10mila dipendenti sono 95 e ad essi fa riferimento il 96% dei dipendenti delle imprese private extra-agricole. Ma anche all`interno di questo ampio perimetro si registrano variazioni importanti. Se la retribuzione media giornaliera per i dipendenti a full-time è pari a 98 euro, in sei tra i principali Ccnl è inferiore a 70 euro mentre nell`industria chimica è pari a 123 euro. Sempre superiori a 100 euro giornalieri risultano anche i valori medi nei gruppi di Ccnl con meno dipendenti. Per i dipendenti a part-time la retribuzione media giornaliera è pari a 45 euro, ma risulta inferiore a 40 euro al giorno per i dipendenti di alcuni comparti artigiani (metalmeccanico, sistema moda, acconciatura/estetica).
Secondo il rapporto, il 23% dei lavoratori guadagna meno di 780 euro/mese, considerando anche i part-time. Per contro, “l`1% dei lavoratori meglio retribuiti ha visto un ulteriore aumento di un punto percentuale della loro quota sulla massa retributiva complessiva” ha sottolineato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in occasione della presentazione del rapporto annuale, aggiungendo: “la distribuzione dei redditi all`interno del lavoro dipendente si è ulteriormente polarizzata, con una quota crescente di lavoratori che percepiscono un reddito da lavoro inferiore alla soglia di fruizione del reddito di cittadinanza”.
“La crisi – ha spiegato Tridico – ha lasciato strappi vistosi nella distribuzione dei redditi lavorativi. Se si considerano i valori soglia del primo e dell`ultimo decile nella distribuzione delle retribuzioni dei dipendenti a tempo pieno e pienamente occupati, per operai e impiegati (escludendo dirigenti, quadri e apprendisti), emerge che il 10% dei dipendenti a tempo pieno di tale insieme guadagna meno di 1.495 euro, il 50% meno di 2.058 euro e solo il 10% ha livelli retributivi superiori a 3.399 euro lordi”. La retribuzione media delle donne nel 2021 “risulta pari a 20.415 euro, sostanzialmente invariata rispetto agli anni precedenti e inferiore del 25% rispetto alla corrispondente media maschile”, ha concluso.
Per quanto riguarda il Rdc, nei primi tre mesi del 2022 i nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza sono stati pari a circa 1,5 milioni, con circa 3.3 milioni individui coinvolti. L`importo medio mensile erogato, a marzo 2022, è stato di 548 euro. IN particolare, le caratteristiche dei nuclei beneficiari si sono ormai stabilizzate nel tempo (nonostante un graduale declino nella dimensione media dei nuclei familiari, passati da 2.45 componenti nel 2019 a 2.23 nel 2021), confermando che un terzo dei percettori è costituito da minori e anziani (over 65) e che, come evidenziato dal precedente rapporto annuale Inps, solo il 33% dei percettori in età lavorativa ha un riscontro amministrativo di partecipazione al mercato del lavoro negli anni 2018 o 2019.
Nonostante i percettori di RdC siano per la maggior parte assenti dal mercato del lavoro “rimane di estrema attualità l`analisi del comportamento di coloro che svolgono o hanno svolto qualche attività lavorativa”, ha spiegato l’Inps. Dall`esame dei dati relativi ai percettori in età lavorativa con undici o dodici mensilità percepite nell`anno 2021 risulta occupato il 20% degli individui con il 40% di nuclei familiari coinvolti. I nuclei con lavoratori hanno una dimensione media maggiore, ma un importo medio mensile minore. Rispetto alla collettività di riferimento (2 milioni di persone beneficiarie), emerge che il 26% di coloro che percepisce il beneficio nel Nord dell`Italia risulta essere anche lavoratore (46% se si considera solo il genere maschile); questa percentuale è pari al 36% quando si considera la popolazione degli stranieri extracomunitari percettori di RdC.
Emerge anche che i percettori “stabili” di RdC che lavorano sono impiegati in prevalenza (quasi il 60%) con contratti a termine e a tempo parziale.
E.G.