“I dati confermano che il sistema lavoro ha investito in sicurezza”. Così ha detto Marco Fabio Sartori, presidente dell’Inail, in occasione della presentazioni dei dati 2009 relativi agli infortuni sul lavoro presentati questa mattina presso la sede dell’istituto. “Stiamo vivendo un trend positivo – ha detto Sartori – testimoniato anche dalla diminuzione di 200mila infortuni, se rapportiamo i dati 2009 a quelli del 2002”. Un tema di primaria importanza è “quello rappresentato dal nuovo polo salute e sicurezza – ha sottolineato il presidente dell’Inail – condiviso anche dal governo, che rappresenta una fondamentale opportunità di sviluppo per il sistema del welfare che lascia all’Inail un ruolo di primo piano non solo in campo assicurativo, ma in tutte le fasi della sicurezza sul lavoro”.
Per quanto riguarda il rapporto tra gli infortuni e la crisi economica Sartori chiarisce che “meno del 30% del miglioramento è dovuto alla crisi economica, il che vuol dire che il 70% è da attribuirsi ad altri fattori”. Dati che trovano riscontro anche per quel che riguarda gli incidenti mortali, dove meno della metà del miglioramento può essere legata alla crisi, mentre il restante testimonia ancora una volta un importante passo in avanti. “Un trend positivo – riprende Sartori – che pur rimanendo ancora a livelli troppo alti, perché parliamo sempre di vite umane, non accenna a interrompersi”.
Anche il presidente dell’Inail si associa al ministro del Welfare Sacconi sulla “diceria che vuole l’Italia fanalino di coda nella Ue per quello che riguarda gli infortuni. “Non è vero – ha sottolineato – e lo abbiamo più volte detto”. “L’Europa – prosegue – a 15 nel periodo 2003-2007, ogni 100mila occupati stima un numero di infortuni pari a 2.859 mentre il nostro Paese si attesta ben al di sotto con 2.674”. “Rispetto alla Francia – ha affermato il presidente – alla Spagna, al Portogallo, al Belgio ma anche alla Germania, registriamo un livello di infortuni più bassi”. “Sul fronte degli incidenti mortali – conclude – invece, c’è ancora molto da fare”. (LF)
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