Raffaella Vitulano
Al Comitato direttivo (Cd) della Ces, il segretario generale Emilio Gabaglio, presentando il suo rapporto, in continuità con la manifestazione sindacale contro l’atteggiamento “scandaloso” tenuto da Marks & Spencer tenuta il 17 maggio a Londra, ha messo in evidenza l’urgente necessità di adottare rapidamente il progetto di direttiva su informazione e consultazione nelle imprese europee. I tentativi di arrivare ad un accordo tra i partner sociali europei su questo tema sono falliti a seguito del rifiuto da parte dell’Unice di negoziare.
Secondo Gabaglio la riunione del Consiglio europeo degli Affari sociali dell’11 giugno 2001 sarà un test importante che dovrebbe indicare la volontà dei governi europei di legiferare, essendo l’informazione e consultazione considerata dalla Ces un diritto fondamentale. Malgrado un cambiamento di atteggiamento recente del governo britannico, sulla protezione sociale dei lavoratori, è essenzialmente questo governo che blocca l’adozione di questa direttiva. Secondo Gabaglio “il Consiglio Affari sociali dovrebbe adottare in giugno questa direttiva, se possibile all’unanimità o se necessario a maggioranza qualificata”.
Il Cd ha ascoltato il rapporto di Bernadette Tesch-Segol, segretaria europea di Uni-Europa, sulla questione Marks & Spencer e sulla manifestazione di Londra. Secondo Tesch-Segol, Marks & Spencer è un altro “caso di scuola” che dimostra che la legislazione europea deve essere modificata per arrivare a una vera e propria consultazione dei lavoratori. “Non si può pretendere di volere una Europa sociale e accettare che le ristrutturazioni industriali si facciano a detrimento dell’occupazione”, ha detto.
L’incontro che ha avuto luogo il 18 maggio a fine pomeriggio fra una delegazione sindacale e il management di M&S non ha offerto nuovi elementi. Il management ha confermato di voler rispettare le legislazioni nazionali e ha invitato Uni- Europa a proporre soluzioni alternative pur aggiungendo che “aveva già studiato in profondità tutti gli scenari possibili”.
Per quanto riguarda i negoziati tra le parti sociali, il Cd ha ascoltato il rapporto di Jean Lapeyre, segretario generale aggiunto della Ces. Al Comitato Esecutivo del mese di marzo, la Ces aveva già registrato il fallimento dei negoziati sul lavoro ad interim. In occasione dell’incontro fra i partner sociali del 10 maggio, su iniziativa del Commissario Diamantopoulou, la Ces ha di nuovo confermato che il punto di riferimento per le condizioni essenziali di occupazione è il lavoratore paragonabile dell’impresa utilizzatrice, come già accade nella maggior parte delle imprese dell’Unione. Questa logica è rifiutata dagli imprenditori. Stando così le cose, il Commissario ha registrato l’impossibilità di arrivare a un accordo su questo tema e ha annunciato la sua intenzione di lanciare rapidamente una iniziativa legislativa.
Per quanto riguarda il negoziato volontario fra i partner sociali europei sul telelavoro, la Ces vuole chiarire previamente la natura di un tale accordo. L’Unice è del parere che l’accordo europeo deve essere applicato secondo le pratiche nazionali. Secondo Gabaglio, una nuova pratica europea deve comportare una nuova pratica nazionale, e questo deve essere chiarito prima che sia concluso un accordo europeo tra i partner sociali. In ogni caso, un eventuale accordo volontario deve essere vincolante sul piano nazionale.
Il Cd ha avuto una discussione preliminare sulla “praticabilità e qualità delle pensioni in Europa” e su “lo sviluppo sostenibile”. Questi documenti saranno discussi e adottati dal Comitato Esecutivo di giugno 2001.