L’inflazione di Eurolandia resterà debole nei prossimi mesi, per poi aumentare gradualmente nel 2015 e 2016. Questo quanto si apprende dal bollettino mensile della Bce. E se da un lato la Banca centrale europea afferma di ritenere che le nuove misure espansive appena prese contribuiranno a farla risalire a valori più accettabili, dall’altro però ribadisce che “qualora si rendesse ancora necessario, il Consiglio direttivo è unanime nel suo impegno a ricorrere a ulteriori strumenti non convenzionali nel quadro del proprio mandato”.
Quello che si vuole evitare sono i rischi “connessi a un periodo di bassa inflazione eccessivamente prolungato”. Per questo motivo il Direttorio terrà i riflettori puntati sui possibili effetti derivanti dall’indebolimento della crescita, dagli sviluppi geopolitici, dall’andamento del cambio e dalla trasmissione delle misure di politica monetaria adottate.
La scorsa settimana la Bce ha tagliato nuovamente i tassi di interesse dell’area euro, azzerando praticamente il principale riferimento sul costo del danaro (0,05%) e ha annunciato un programma di acquisti mirati di titoli volti a rivitalizzare le cartolarizzazioni: “Le decisioni del 4 settembre, unitamente alle altre misure in atto, sono state adottate per rafforzare il saldo ancoraggio delle aspettative di inflazione a medio-lungo termine – si legge – in linea con l’obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2%”.
E sulle decisioni prese la scorsa settimana, al termine del direttorio, Draghi ha chiarito in maniera piuttosto netta che sul versante tassi di interesse la Bce non intende fare altro: i livelli raggiunti sono i minimi possibili. In linea generale, infatti, la Bce riafferma il parere che le misure prese dovrebbero bastare a gestire la situazione.
L’unica strada praticabile quindi, nel caso fosse necessario assicurare altro stimolo all’economia, sarebbe quella dei provvedimenti non convenzionali. In particolare l’ipotesi di un piano di acquisti generalizzati di titoli pubblici e privati, che tuttavia solleverebbe conflitti ancor più accesi di quelli attuali con la componente guidata dalla Germania.
Peraltro prima di valutare l’ipotesi di fare altro, la Bce ora vorrà presumibilmente vagliare attentamente i risultati delle misure già decise. Sia i nuovi rifinanziamenti agevolati alle banche, e vincolati al riutilizzo nell’economia reale (Tltro). Sia il piano di acquisti di titoli cartolarizzati e garantiti (Abs e covered bond) i cui dettagli verranno chiusi a inizio ottobre.
F.P.