“E` assolutamente necessario concentrare l`attenzione di tutti per affrontare le difficoltà che da due anni si addensano sulla nostra produzione industriale”. Così il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, commenta i recenti dati diffusi dall`Istat. “La discesa del 3,5% nel 2024 è peggiore delle attese, perché i dati di dicembre da soli hanno pesato per un terzo di questo risultato negativo”, ha aggiunto.
“Confindustria – ha proseguito Orsini – da tempo sottolinea la necessità di porre attenzione a dei punti essenziali: il rallentamento biennale della manifattura italiana non è una crisi di sistema come nel caso della Germania, che spinge in basso con la sua recessione l`intera crescita europea. Osservando, infatti, i settori italiani è evidente che il calo generale si deve a fattori molto diversi. Ci sono due settori, auto e moda-tessile abbigliamento, con gravi perdite a doppia cifra. Ci sono poi i settori energivori che perdono in maniera rilevante per l`aumento dei costi, e ci sono settori, come i beni intermedi e i beni strumentali per la produzione, macchinari e robotica, che perdono per il freno agli investimenti nel nostro paese. Tutto questo, in assenza di correzioni drastiche, rischia di contaminare anche settori che finora stanno tenendo a galla con fatica l`economia italiana”.
“Oggi – ha aggiunto il presidente di Confindustria – è più che mai necessario che politica e istituzioni si concentrino e accettino la proposta di un piano serio di rilancio industriale, di prospettiva triennale. Ma servono anche alcuni interventi immediati. In particolare, sul fronte europeo, l`Italia deve impegnarsi perché la nuova Commissione Ue agisca subito su alcune questioni: dall`azzeramento delle multe ai produttori europei, alla revisione al bando del motore endotermico, adottando la neutralità tecnologica, alla rimodulazione degli Ets. Ora è il momento di correggere errori che altrimenti ci espongono a grandi rischi”.
Secondo Orsini “anche l`Italia deve fare scelte rapide e nette. Serve un vero e proprio piano di misure adeguate, perché senza industria non c`è crescita né coesione sociale. Ma servono anche misure immediate. In primis, il meccanismo di formazione del prezzo dell`energia dipende da noi: disaccoppiare in bolletta remunerazione della produzione da gas rispetto a quella da rinnovabili si può fare a livello nazionale, e va fatto subito”.