Sindacati delusi dal governo, che accusano di limitarsi a parlare senza passare ai fatti concreti per quanto riguarda la gestione di complesse e urgenti crisi industriali. Nella conferenza stampa che si è tenuta stamani a Roma, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno fatto il punto sulle vertenze di Industria Italiana Autobus e Blutec, che complessivamente interessano più di 1.000 lavoratori e tutto l’indotto. La decisione di affrontare entrambe le vertenze congiuntamente è stata dettata – hanno spiegato i segretari nazionali dei metalmeccanici Michele De Palma, Ferdinando Uliano e Gianluca Ficco – dal fatto che le due realtà si trovano a dover condividere un simile destino.
Per ambedue, infatti, una prima dead line è rappresentata dal 31 dicembre 2018, quando scadranno gli ammortizzatori sociali. Altro elemento riguarda piani industriali che stentano a decollare. Infine, hanno sottolineato con forza Fim, Fiom e Uilm, c’è un totale black out di informazioni da parte del ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Se da un lato i sindacati hanno riconosciuto al ministro Luigi Di Maio un vivo interesse, all’inizio del suo mandato, alle due vertenze, ben presto gli slogan si sono trasformati in vuota parola, e le soluzioni ipotizzate ancora non hanno trovato la via per potersi concretizzare a e attuare.
Nello specifico, Industria Italiana Autobus si trova nel bel mezzo di un processo di ricapitalizzazione che per i sindacati si trova ancora in alto mare. Leonardo e Invitalia, che già detengono quote dell’azienda, hanno manifestato il proprio interesse al progetto, la possibile entrata in scena di Ferrovie deve essere ancora formalizzata ufficialmente.
Una data importante per i lavoratori degli stabilimenti di IIA di Avellino e Bologna sarà il prossimo 11 dicembre, quando si dovrà decidere della ricapitalizzazione dell’azienda e quando Ferrovie dovrebbe comunicare il proprio interessamento. L’allarme dei sindacati è che ad oggi nulla sembra muoversi su questi fronti, e il rischio di una mancata ricapitalizzazione potrebbe aggravare una situazione già in parte compromessa. Infatti si sta registrando la perdita di diverse commesse, come la perdita dei 47 autobus richiesti dalla Regione Campania.
In questo scenario bisogna registrare anche l’entrata in campo di Ferrovie per Alitalia. Si tratta di due situazioni che non sono tecnicamente connesse, ma i sindacati non hanno nascosto i propri dubbi sul fatto che questo possa far scemare quello verso Industria Italiana Autobus.
Per quanto riguarda la Blutec, ad oggi il sito con le maggiori difficoltà è quello di Termini Imerese, che conta 694 addetti, più 300 dell’indotto. Tuttavia il timore dei sindacati è che la crisi si possa propagare anche ad altri stabilimenti. Al momento l’azienda infatti non ha ancora avviato la richiesta per accedere agli ammortizzatori sociali, e questo farebbe venir meno la continuità occupazionale per i lavoratori. Inoltre ci sono delle pendenze a favore degli addetti, per un totale di 500mila euro, che riguardano alcuni aspetti contrattuali, legato soprattutto alla sanità e alla previdenza complementare, che l’azienda ancora non è in grado di onorare. Se queste è la situazione, si chiedono i sindacati, quali certezze ci sono che l’azienda riuscirà a pagare gli stipendi e a restituire i 21 milioni che Invitalia aveva messa sul piatto per il rilancio degli stabilimenti, visto che si sta già registrando la perdita di diverse commesse?
Il ministro Di Maio aveva annunciato la convocazione di un tavolo successivamente all’annuncio da parte di Fca degli investimenti per i siti italiani. Ma ad oggi, spiegano i sindacati, non è pervenuta nessuna richiesta in tal senso.
Con il passare dei giorni il timore dei tre segretari nazionali è che le soluzioni messe sul tavolo possano essere sempre meno attuabili. I sindacati chiedono che il governo mantenga aperti i canali di comunicazione per risolvere collegialmente tutti gli aspetti delle due vertenze.
Tommaso Nutarelli