Malgrado la drastica chiusura annunciata dal presidente di Confindustria nei confronti dei sindacati, le trattative sul rinnovo del contratto dell’industria alimentare proseguono, e anche in modo fruttuoso: il 6 e il 7 ottobre si sono tenuti due incontri tecnici, che i sindacati valutano positivamente. Tanto che, anche se nessuno lo afferma ufficialmente, l’obiettivo sarebbe quello di concludere l’accordo prima di Natale.
“La trattativa sul rinnovo del contratto dell’industria alimentare va avanti, ed entra nel vivo dei capitoli relativi al mercato del lavoro e alle relazioni industriali- afferma il segretario della Fai Cisl Luigi Sbarra, dopo la conclusione dell’appuntamento odierno- L’incontro di oggi è stato importante e positivo. Abbiamo affrontato nel merito alcuni elementi della piattaforma relativi al mercato del lavoro e alle relazioni industriali e scandito un cronoprogramma che prevede altri due incontri tecnici il 26 e 29 ottobre”.
Conferma Stefano Mantegazza, segretario della Uila: ‘’e’ molto importante che siano state fissate altre due giornate di confronto: questo sgombra il tavolo dalla preoccupazione, che comunque era presente, che il negoziato potesse essere ostaggio di altre questioni’’. Il riferimento e’ ovviamente alle parole di Giorgio Squinzi, che ieri ha definito ‘’concluso’’ il confronto con le confederazioni sulla riforma contrattuale. Un elemento pesante, seguito dall’annuncio di un ‘’decalogo’’ a cui dovrebbero attenersi le categorie industriali che volessero comunque procedere sul rinnovi, e che che potrebbe causare conseguenze anche sui negoziati già avviati, come appunto quello dell’industria alimentare: anche se, al momento, non sembrerebbe. Tuttavia, Mantegazza ammette che seppure dal punto di vista formale il confronto prosegue, sul merito il risultato e’ abbastanza scarso, tanto che, spiega, ‘’non siamo riusciti a fissare con la controparte una riunione plenaria successiva alle due tecniche”. Per questo, il 3 novembre e’ stata convocata a Roma una assemblea a cui parteciperanno 600 tra quadri e delegato dell’industria alimentare: occasione per fare il punto della situazione e assumere, se sarà il caso, “decisioni di informazione più puntuale nei confronti dei lavoratori”: passando, cioè, la parola alle assemblee nei luoghi di lavoro.Un pressing che dovrebbe accelerare la trattativa e portarla a conclusione nel giro di poche settimane.
A favore della rapida conclusione del contratto alimentare gioca anche l’ottima salute di cui gode il settore, in particolare le associate a Federalimentare che, sottolinea Mantegazza, “nell’anno dell’Expo non smette di ricordare le performance straordinarie del settore. Se il nostro Pil è destinato a crescere più delle stime; se è vero che l’economia italiana sta ripartendo e tutti gli indicatori virano in positivo (occupazione, export, produzione); se, in particolare, l’industria alimentare ha visto crescere il suo fatturato del 3,9% l’anno tra il 2007 e il 2013 e l’export dell’84% in dieci anni, allora irrealistica non è la piattaforma di Fai-Flai-Uila che chiede aumenti salariali legati alla crescita del Pil per redistribuire la ricchezza prodotta. Irrealistica è la pretesa delle aziende, che hanno peraltro beneficiato e ancor più beneficeranno di sgravi contributivi e riduzione di imposte, di trattenere solo per loro tutta questa ricchezza. Perfino nel 2011, nel pieno della crisi, abbiamo rinnovato il contratto con 40 euro di aumento: decidere che oggi, con indicatori macroeconomici secondo i quali potremmo crescere perfino piu’ della Germania, non si fanno i contratti, e’ una posizione irrealistica che verrà sconfitta dai fatti”.
Riguardo alla chiusura di Squinzi sulla trattativa interconfederale, Mantegazza sottolinea che ‘’un confronto così importante non può essere concluso con battute ai giornali. Noi, in ogni caso, siamo perché il confronto riparta, e che in parallelo si concludano anche i contratti di categoria’’.