Sindacati e Indesit hanno firmato oggi l’accordo sulla riorganizzazione dei siti produttivi del gruppo.
Anna trovò, segretario nazionale Fim Cisl, è stata una trattativa difficile?
Certamente sì. La vertenza è iniziata a giugno con una comunicazione inaspettata in cui l’Indesit rendeva nota la sua intenzione di chiudere i due stabilimenti del Nord Italia per favorire un’economia di scala concentrando tutti i siti nel Centro e nel Meridione. La trattativa si è interrotta due volte e grazie all’intervento del ministero dello Sviluppo Economico siamo sempre riusciti a riannodare il dialogo. Alla fine di questo travagliato percorso siamo riusciti però a trovare un’intesa.
Quali sono i risultati dal punto di vista occupazionale?
Il fattore più importante è che non ci saranno licenziamenti, ma solo ricollocamenti e esodi volontari. L’Indesit lascerà in comodato d’uso le aree dei siti produttivi di Brembate dove lavorano 430 dipendenti e di Refrontolo dove sono impiegate 95 persone, a quei gruppi interessati a rilevare l’attività assumendo del personale. Inoltre l’azienda darà incentivi economici alle imprese che assumeranno i suoi impiegati con contratti a tempo indeterminato e con condizioni simili a quelle che i lavoratori hanno ora. In questo modo la cessazione di attività non ha quindi come conclusione il licenziamento, ma il ricollocamento o l’uscita volontaria.
L’Indesit ha annunciato che farà nuovi investimenti per le fabbriche che continueranno l’attività. Cosa pensa del nuovo piano industriale?
Sono convinta che il settore dell’elettrodomestico sia un settore difficile che è stato interessato a seguito della globalizzazione da una forte spinta alla delocalizzazione. Indesit in Italia ha poi sofferto della crisi economica degli ultimi anni. Tutte queste criticità di settore hanno spinto l’azienda a concentrare i suoi siti produttivi nel tentativo di creare un’economia di scala. Il fatto che l’azienda non abbia deciso di delocalizzare, ma di mantenere nel nostro paese gli investimenti e di incrementarli è una decisione positiva. L’obiettivo è stato quindi quello di collaborare per far si che l’investimento si realizzi.
L’accordo è stato unitario. É quindi possibile l’unità sindacale in vertenze difficili anche tra i metalmeccanici?
Ogni vertenza ha la sua storia, nello specifico la collaborazione è stata molto positiva. Quindi sì, non è impossibile fare accordi. In questo caso probabilmente l’elemento vincente è che si è rimasti nel merito della vertenza.
Luca Fortis