Ventidue anni dalla morte dell’amico Prof. Marco Biagi ci spingono a ritrovare nei suoi insegnamenti e a trasmettere ai giovani la consapevolezza che una piena crescita politica di un Paese non può non fare i conti anche con l’etica pubblica, il senso civico, i doveri, la storia identitaria di una comunità , riconoscendo maggiore autorevolezza alle norme soprattutto giuslavoriste che tengono insieme un corpo politico e danno valore alle espressioni di un impegno sul mercato del lavoro per rafforzare un più forte legame comunitario.Il diritto del lavoro europeo la comparazione tra le nostre norme e quelle degli altri paesi della comunità, le relazioni industriali che si potevano confrontare e magari migliorare in ambito nazionale e la fiducia nell’Europa sociale ed economica e la forza degli strumenti e come possono essere sviluppati già nelle linee guida della Direttiva Ue/92 hanno attraverso lo studio e le proposte di Biagi consegnato ancora oggi linfa vitale per rinnovare le tutele nel lavoro. Dare dunque protagonismo ai corpi intermedi attraverso il dialogo sociale di fronte alle novità normative è fondamentale per rendere obbligatoria e permanente la formazione e i lavoratori e le lavoratrici coinvolte nel sistema delle relazioni partecipative aziendali sono alla base di una politica del lavoro chiamata più che mai in causa dall’innovazione e dalla transizione che stiamo affrontando. Rischi nuovi, rischi psico/sociali a cui misure organizzative sono chiamate a dare risposte attraverso la forza concentrica delle parti sociali. Ragionare insieme come realizzare la promozione del cd benessere nei contratti collettivi, nei tavoli negoziali sulla condizione diversa delle lavoratrici e lavoratori investendo sulla loro salute e quella del luogo di lavoro. Sia Marco Biagi che Ezio Tarantelli massacrati dalla furia brigatista ci hanno consegnato nel Testo Unico per la sicurezza sul lavoro pubblico e privato un patrimonio di strumenti per la tutela della salute in costanza di rapporto di lavoro in cui la persona è considerata soprattutto per i suoi bisogni e aspettative e il medico competente ha un ruolo fondamentale nell’attenzione olistica della lavoratrice e lavoratore nel contesto della relazione lavorativa : informazione sui contratti, stili di vita,prevenzione, costruire dunque non solo il fascicolo sanitario ma soprattutto il fascicolo privato della salute del lavoratore e lavoratrice significa collaborare tra medico di base e medico competente non per adempimenti ma per obiettivi andando oltre l’approccio sanzionatorio e impegnarsi su formazione anche congiunta con l’Università e i presidi associativi e istituzionali, ottimizzando i percorsi e lavorando costantemente in un sistema di confronto partecipativo e inclusivo. Questo ci ha insegnato il nostro Professore e questo noi dobbiamo portare avanti con tenacia soprattutto restituendo ai giovani quei principi e quei valori pragmatici che fanno bene alla salute complessiva del nostro Paese.
Alessandra Servidori