Domani si svolgeranno, a Milano, i funerali di Giacomo Barbieri, un dirigente sindacale noto, in Italia ma anche all’estero, per essere stato responsabile per i rapporti e i problemi internazionali prima della Fiom e poi della Cgil.
Dico subito che, per me, Giacomo è stato non solo un collega e un compagno, impegnato nella stessa organizzazione in cui anche io lavoravo, ma proprio un caro amico. Aggiungo, però, che non credo che questo sentimento di amicizia mi faccia velo se ritengo che sia giusto scrivere qualche riga per ricordarlo. Basti notare che la notizia della sua prematura scomparsa è stata riportata con evidenza sul sito della confederazione sindacale spagnola Ugt (Union General de Trabajadoras y Trabajadores). Ove si ricorda il suo contributo alla fondazione, all’interno della Ces (Confederazione sindacale europea) del gruppo dei Paesi “latini”, quale contrappeso a quello dei Paesi del Nord Europa.
Giacomo aveva iniziato la sua attività sindacale nel giugno del 1981, nei ranghi della mitica Flm, la Federazione dei lavoratori metalmeccanici che riuniva Fim, Fiom e Uilm. Nato nel gennaio del 1952, Barbieri poteva essere considerato come un fratello appena minore della generazione del ’68, ovvero di quegli studenti che, in quel famoso anno, erano all’incirca ventenni e si trasformarono poi, nel corso degli anni Settanta, in militanti e dirigenti sindacali.
Dopo la rottura della Flm, avvenuta nella primavera del 1984, Barbieri lavora per qualche mese nella Fiom della Lombardia, ma già all’inizio del 1985, viene chiamato alla Fiom nazionale ove assume la responsabilità dell’Ufficio internazionale. Sono gli ultimi mesi in cui Pio Galli è ancora il Segretario generale del sindacato dei metalmeccanici della Cgil.
Nel marzo di quello stesso anno, Sergio Garavini subentra a Galli alla testa della Fiom. Ma vi resterà per un periodo abbastanza breve. Infatti, nella primavera del 1987 il Pci gli chiede di candidarsi alle elezioni politiche. In giugno, il Comitato centrale elegge un nuovo Segretario generale: il lombardo Angelo Airoldi.
Ed è proprio con Airoldi che Barbieri avvia un’intensa collaborazione. Infatti, Airoldi mostra di essere un dirigente molto attento alle relazioni internazionali della Fiom. Relazioni che si sviluppano in seno alla Fism, la Federazione internazionale dei sindacati metalmeccanici basata a Ginevra (federazione nota nel mondo come Imf – International metalworkers federation). Ma anche in seno alla Fem, la Federazione europea dei metalmeccanici.
Sono gli anni in cui la IG Metall, il sindacato tedesco della categoria, che è anche il più forte e il più noto a livello continentale, si impegna nella battaglia per la riduzione dell’orario settimanale di lavoro dalle 40 alle 35 ore. E forse non è un caso se, nel 1989, la Fiom lancia l’obiettivo di una riduzione dell’orario a 37 ore settimanali. Nel 1990, però, la battaglia contrattuale fu particolarmente aspra e l’obiettivo si concretizzò solo in una riduzione più modesta: 16 ore l’anno.
Dopo la sua lunga esperienza nella Fiom nazionale, nel marzo del 1997 Barbieri passò all’Ufficio internazionale della Cgil. Successivamente, fu Direttore del Centro internazionale di formazione dell’Ilo (la sigla inglese dell’Oil, Organizzazione internazionale del lavoro), a Torino.
Al di là delle sue indubbie doti di dirigente sindacale impegnato nel lavoro internazionale, Barbieri viene ricordato da tutti quelli che lo hanno conosciuto come una persona particolarmente cordiale e con cui era piacevole collaborare. Si è spento a Milano mercoledì 8 gennaio, all’età di 73 anni.
Fernando Liuzzi