Lo Spi Cgil scenderà in piazza oggi e domani (19 e 20 aprile) “per una nuova Italia”. L’iniziativa rappresenta una tappa ulteriore di una mobilitazione dei pensionati della Cgil contro l’inefficacia e, soprattutto, i danni che milioni di cittadini subiscono con i provvedimenti adottati dal governo per affrontare la crisi economica.
Le ragioni della mobilitazione e le proposte dello Spi spaziano dal tema della pressione fiscale che vede i pensionati italiani tra i più tartassati d’Europa; al benessere, dal momento che si parla sempre di anziani come di un problema, al contrario, spiega lo Spi, l’aumento della durata della vita non è un problema ma una risorsa.
Un’altra ragione per la quale protestare riguarda la condizione sociale della donna in Italia. Lo Spi sottolinea che in Itali esiste un forte gap pensionistico tra uomini e donne, inoltre i tassi di occupazione sono distinti per genere e sul mercato del lavoro femminile pesano la condizione familiare, il mancato sostegno delle istituzioni, l’assenza di servizi alle famiglie.
Altro problema sollevato dai pensionati della Cgil è l’invecchiamento di massa in Europa di un’intera generazione nata tra due guerre mondiali. L’aspettativa della vita media si è allungata, spiega il sindacato, e questo richiede un ripensamento generale della società e dei suoi sistemi di welfare.
Un altro concetto da rilanciare è quello dell’invecchiamento attivo, che secondo lo Spi è un nodo cruciale intorno al quale si sviluppano riflessioni e proposte che riguardano nuovi modelli sociali e di cittadinanza. Il sindacato sottolinea che in realtà l’innalzamento dell’età pensionabile, senza una regolazione del mercato del lavoro, avrebbe come drammatica conseguenza non l’aumento del lavoro ma l’incremento della disoccupazione. Per far sì che questo non accada e per garantire un’esistenza attiva agli anziani, lo Spi insiste sulla formazione continua degli adulti e l’apprendimento permanente, richieste contenute nella proposta di legge presentata dai pensionati della Cgil con la confederazione, la Flc e l’Auser lo scorso gennaio. Tra le rivendicazioni, accesso gratuito alla formazione, agevolazioni fiscali e contributive per gli investimenti in apprendimento, agevolazioni per l’accesso al credito, il diritto di ogni lavoratore ad almeno un anno di congedo formativo non retribuito e ad almeno 30 ore annue di permesso retribuito.
Ci sono poi i problemi che riguardano l’emigrazione. Lo Spi contesta al governo di non aver stanziato risorse per l’accoglienza delle persone in fuga dall’Africa. Le uniche risorse, dice il sindacato, sono state quelle europee e sono state utilizzate per i respingimenti. Parole dure anche per il pacchetto sicurezza, una legge “barbara” che ha introdotto il reato di clandestinità, così che coloro che arrivano in Italia in cerca di un lavoro, sono già considerati delinquenti prima di aver commesso qualsiasi reato.
Ancora, dice lo Spi, c’è da ottenere la parità di genere. Infatti, ricorda il sindacato, solo il 6,8% delle donne fa parte dei Consigli d’amministrazione delle società quotate, esiste ancora la differenza salariale tra uomini e donne ed è pari al 4,9%, l’Italia spende troppo poco per sostenere famiglia e maternità (1,4% del pil). In Italia il 52% dei votanti è donna, solo il 19,9% dei Parlamentari eletti è donna. (FRN)