Imprese alla ricerca di un accordo sulla produttività. Oggi le associazioni datoriali, alle 20, si vedranno per cercare una posizione comune in vista di un successivo incontro con il sindacato. La strada però sembra ancora in salita e dopo la lunga trattativa, durata oltre un mese, quello di domani si configura sempre più come un incontro decisivo per capire se la frattura tra Confindustria da una parte e Abi, Ania, Alleanza coop e Rete Imprese Italia si è rimarginata. Altrimenti resta in piedi l’ipotesi, seppur smentita, di accordi separati sulla produttività tra grande industria e piccole imprese.
Nel documento messo a punto da Abi, Ania, Alleanza coop e Rete Imprese Italia si insiste sulla necessità di superare gli automatismi previsti dal contratto nazionale e si punta l’accento sui contratti di tipo territoriale. Inoltre banche, assicurazioni e piccole imprese chiedono maggiori flessibilità per gli orari di lavoro, le ferie e gli scatti di anzianità oltre alla possibilità di demansionare i lavoratori laddove necessario. Ma su molti di questi punti i sindacati hanno già manifestato la propria contrarietà.
Intanto sul tavolo ci sono le risorse messe dal governo, pari a 1,6 miliardi di euro, per la decontribuzione del salario di produttività. Tali risorse verranno elargite solo se la trattativa tra le parti sociali avrà un “esito soddisfacente” e “ci saranno indizi forti che l’accordo produca un effettivo incremento della produttività”, ha precisato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero.
E continua, quindi, ad essere forte il pressing del governo sulla trattativa. In questa direzione vanno i paletti messi dallo stesso ministro del Welfare: “L’attribuzione delle risorse è condizionata a indicatori precisi”, ha sottolineato parlando di produttività durante un’audizione al Senato. Tra questi indicatori “maggior peso della contrattazione aziendale su quella nazionale – ha proseguito – depotenziamento degli automatismi, e, quindi, rinuncia all’indicizzazione in via automatica; apprendistato; orari di lavoro; redistribuzione delle mansioni”.
Immediata la replica del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: “Consiglio al ministro meno parole e più prudenza”. “Su materie così delicate – ha sottolineato – sono le parti a stabilire il da farsi, altrimenti il Governo più che aiutare viene a creare problemi”. E a chi gli chiedeva se un accordo sulla produttività fosse in dirittura d’arrivo, Bonanni ha così risposto: “non lo so, vediamo un po”.