Giornata interlocutoria, oggi, nella lunga e complessa vicenda della trattativa sindacale riguardante il futuro del gruppo Ilva. Anche se, più che di giornata, bisognerebbe parlare di una due-giorni o, almeno, di una giornata e mezza. Infatti, gli incontri che, in tre turni successivi, hanno avuto luogo, a Roma, presso la sede centrale del ministero dello Sviluppo Economico sono iniziati nella serata di lunedì 27 novembre, per proseguire, poi, nella giornata odierna.
Lunedì sera, dunque, primo incontro di questa tornata. Protagonisti, oltre alla sottosegretaria Bellanova, in rappresentanza del Governo, da un lato, i rappresentanti dei sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil; dall’altro, i commissari del gruppo Ilva in amministrazione straordinaria, quelli nominati dal Governo nel gennaio 2015. Argomento: le bonifiche, ovvero gli interventi di natura ambientale che sono ancora di pertinenza dei commissari stessi in relazione ai gravi e noti problemi relativi allo stabilimento siderurgico di Taranto.
Oggi, invece, formazione allargata. Nel senso che ai due appuntamenti odierni hanno partecipato anche i dirigenti di AM Investco Italy, la cordata costituita per acquisire il gruppo Ilva su iniziativa principale del gruppo siderurgico franco-indiano ArcelorMittal. Due appuntamenti perché il programma prevedeva che nella prima parte della mattinata l’oggetto dell’incontro fosse un esame del piano industriale presentato da AM Investco, e che poi si passasse ad esaminare il piano ambientale elaborato dalla stessa AM Investco.
Ma diciamo subito che mentre questi due incontri si svolgevano nei saloni del Ministero posto all’angolo fra via Veneto e via Molise, l’attenzione degli osservatori si spostava a Milano, ovvero nella città sede dell’Università Bocconi. Proprio per oggi, infatti, era stata posta in calendario l’inaugurazione dell’anno accademico 2017-2018 dell’Ateneo presieduto dal prof. Mario Monti, l’uomo che, prima di essere stato a capo del Governo italiano tra fine 2011 e inizi del 2013, era stato, fra le altre cose, Commissario dell’Unione europea per la Concorrenza. Ebbene, quale keynote speaker era stata invitata a prendere la parola nel corso della cerimonia odierna l’attuale Commissaria per la Concorrenza della stessa Unione, ovvero la danese Margrethe Vestager. La quale ultima è ormai anche una protagonista della vicenda Ilva. E ciò da quando, l’8 novembre scorso, è stato reso noto che la Commissione dell’Unione europea ha avviato una “indagine dettagliata” sulla progettata acquisizione del gruppo Ilva da parte di AM Investco.
Alla base della nuova indagine promossa dalla Commissione sull’Ilva, che si aggiunge alla prima avviata nel 2016 in merito al sospetto che il Governo Italiano, a fronte della grave crisi proprietaria che travagliava allora l’Ilva, avesse violato i regolamenti europei volti a impedire i cosiddetti “aiuti di Stato”, sta l’ipotesi che l’acquisizione della stessa Ilva da parte di una cordata che fa capo al gruppo ArcelorMittal, già preminente in Europa, possa alterare le condizioni della concorrenza in ambito siderurgico, con particolare riferimento alla fabbricazione e alla commercializzazione dei cosiddetti “prodotti piani”.
L’annuncio dell’apertura della nuova indagine, l’8 novembre, ha dunque gettato un’ombra di incertezza su un percorso negoziale già di per sé sufficientemente complesso. Incertezza che, inevitabilmente, ha avuto la conseguenza di rallentare l’esame dei piani elaborati da AM Investco. E ciò, fra l’altro, anche a causa del fatto che i “90 giorni lavorativi” che sono a disposizione della Commissaria alla Concorrenza per compiere la sua indagine, agli effetti pratici, scadono il 23 marzo dell’anno prossimo.
Sull’atmosfera degli incontri romani ha quindi avuto un effetto almeno parzialmente rasserenante quanto dichiarato a Milano da Margrethe Vestager in un breve incontro stampa svoltosi a margine della cerimonia relativa all’apertura dell’anno accademico della Bocconi. Rispetto all’Ilva, Vestager ha innanzitutto osservato che “tutti sono preoccupati di arrivare a una soluzione per la fusione”, una “questione importante che va avanti da tempo”. Su tale progettata fusione, ha dunque detto Vestager, “abbiamo aperto un’indagine dettagliata che porteremo avanti, ma vogliamo arrivare in anticipo rispetto alla scadenza legale”. “Dobbiamo essere veloci”, ha poi insistito Vestager, aggiungendo che “se troveremo eventuali problematiche di concorrenza, sarà il buyer che dovrà occuparsene e quindi risolverle”.
A ciò si aggiunga che la Commissaria, dopo aver ricordato che il processo per “l’assegnazione del bando al vincitore” è stato si qui già “molto lungo”, ha sottolineato che “abbiamo avuto un’ottima cooperazione con le autorità italiane”.
Traducendo dall’europolitichese, par di capire che la Commissaria Vestager abbia voluto dire tre cose. Primo: siamo consapevoli che la vicenda dell’acquisizione del gruppo Ilva da parte di un altro grande gruppo si trascina da un tempo già molto lungo (almeno dal 2014, aggiungiamo noi) e non vogliamo che la Commissione sia causa di ulteriori, eccessivi ritardi. Secondo: tra noi e il Governo italiano c’è una reciproca fiducia maturata nel corso di un lavoro comune. Terzo: qualora si accertasse che l’acquisizione di Ilva da parte di AM Investco Italy potrebbe alterare la concorrenza in campo siderurgico entro i confini dell’Unione europea, il mio auspicio sarebbe che, senza mandare a monte l’intera operazione, ArcelorMittal (cioè il “buyer”, ovvero il compratore) dovrebbe pensare in prima persona a come risolvere il problema (ad esempio, dismettendo qualcuna delle sue produzioni).
Congetture nostre a parte, rimane il fatto che, con una elegante mossa politica, il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, si è fatto trovare fra le persone convenute alla Bocconi per l’inaugurzione dell’anno accademico. Dopo aver ascoltato l’intervento della Commissaria Vestager, Calenda ha quindi avuto modo di incontrarla. E, a quanto si è appreso, i temi della conversazione, definita “importante”, sono stati proprio quelli contenuti nei dossier Alitalia e, ovviamente, Ilva.
Per quanto riguarda poi i contenuti degli incontri sviluppatisi in sede ministeriale, basterà qui dire che varie perplessità sono state sollevate dai sindacati. Rocco Palombella, segretario generale della Uilm-Uil, ha dichiarato che il piano industriale presentato da AM Investco “sembra credibile e ambizioso”, considerate le risorse dichiarate, ma “non è coerente con il numero di esuberi previsti”. Il che lasca capire che – via, via che si procederà nell’analisi del piano industriale – la discussione è destinata a riaprirsi sul tema degli organici necessari ad attuare il piano, e quindi sui problemi occupazionali.
Dal canto suo Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl, ha dichiarato di ritenere “necessaria”, dopo la discussione odierna, la messa in calendario di una serie di incontri capaci di portare avanti l’esame del piano industriale in termini più ravvicinati “sito per sito”, in modo tale da “avere tutti gli elementi necessari per fare un confronto specifico e di merito”.
A fine giornata si è saputo che nei prossimi giorni (forse già mercoledì 29) il ministero dello Sviluppo Economico metterà a punto e diramerà un simile calendario. In pratica, si tratterà di una serie di incontri che si terranno sempre in sede ministeriale, ma saranno dedicati partitamente ai diversi stabilimenti del gruppo Ilva.