Oggi, al Ministero dello sviluppo economico, nuova giornata di incontri nell’ambito della vertenza Ilva. L’incontro, che, come di consueto, è stato presieduto dal vice ministro Teresa Bellanova, e cui hanno partecipato i rappresentanti di AM Investco Italy e dei sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, è stato più breve del solito. Peraltro, l’unica notizia certa che è uscita dai saloni del Ministero di via Veneto è che il calendario della trattativa è stato ulteriormente ritoccato. L’incontro previsto per venerdì 20 aprile è stato cancellato per motivi tecnici. A quello previsto per lunedì 23 aprile, confermato, ne è stato invece aggiunto un altro per il giorno successivo, martedì 24.
Più difficile dare conto dei risultati dell’incontro che ha avuto a proprio oggetto un esame delle possibili conseguenze della cosiddetta discontinuità contrattuale. Ciò dipende dal fatto che le versioni fornite alla stampa dalla Fim-Cisl e dalla Fiom-Cgil, senza essere addirittura divergenti, sono però diverse nel senso che si sono soffermate su aspetti diversi del confronto odierno. La prima, infatti, si è concentrata su elementi legati al Contratto nazionale dei metalmeccanici, mentre la seconda su elementi connessi agli accordi aziendali in essere all’Ilva.
Perla Fim, in particolare, il coordinatore nazionale del gruppo Ilva, Valerio D’Alò, ha parlato di una “apertura” di ArcelorMittal in merito al tema della discontinuità contrattuale. L’azienda, infatti, si sarebbe dichiarata disponibile a operare affinché una serie di elementi strutturali dei trattamenti dei lavoratori derivanti dal Contratto nazionale, e cioè “anzianità di servizio, livelli retributivi, istituti presenti in busta paga”, non subiscano variazioni dopo che i lavoratori stessi saranno stati, prima, formalmente licenziati da Ilva e, poi, riassunti da AM Investco.
La Fiom, invece, sottolinea, nel suo comunicato, che la stessa AM Investco “ha ribadito la volontà di modificare il premio di risultato”, ovvero il salario aziendale, “legandone l’erogazione non più a parametri di produttività, ma al raggiungimento di obiettivi finanziari fissati dall’Azienda”.
“Per quanto ci riguarda – conclude il comunicato Fiom – abbiamo ribadito che, a fronte di una eventuale esigenza formale di discontinuità dei rapporti di lavoro, deve esserci comunque una continuità sostanziale nel mantenimento per tutti i dipendenti delle condizioni normative e salariali in essere.”
Intanto, sulla trattativa è planato un comunicato emesso da ArcelorMittal che si presenta come particolarmente significativo. Nella nota, il colosso franco-indiano dell’acciaio dichiara di aver presentato alla Commissione europea un progetto che contempla la cessione di alcuni suoi impianti attivi in vari stati aderenti all’Unione, compreso quello situato nel polo siderurgico di Piombino. Ciò allo scopo di “rispondere alle preoccupazioni sollevate dalla Commissione europea” nel corso dell’indagine avviata l’anno scorso.
Come si ricorderà, l’8 novembre 2017 Margrethe Vestager,la Commissaria alla Concorrenza dell’Unione europea, annunciò l’apertura di una “indagine approfondita” mirata ad appurare se il progettato acquisto del gruppo Ilva da parte di AM Investco, la cordata guidata da ArcelorMittal, non violasse le regole europee relative alle fusioni aziendali; con particolare riferimento, in questo caso, alla “competizione” che deve potersi sviluppare “nel mercato dell’acciaio”.
Nella sua nota odierna, ArcelorMittal ricorda che “la Commissionedovrebbe raggiungere una decisione definitiva sul caso entro il 23 maggio2018”. Par di capire, insomma, che con questo comunicato il gruppo siderurgico franco-indiano abbia voluto rendere noto che sta portando avanti i “compiti a casa” assegnatigli, per via diretta, dalla Commissione. Ciò affinché, quandola Commissionestessa terminerà la sua indagine, ArcelorMittal possa dimostrare di essere pronto a ridisegnare l’assetto delle proprie attività in Europa in modo tale da non violare i regolamenti anti-trust; e ciò anche, e specificamente, nel caso in cui fosse effettivamente possibile perfezionare l’acquisto del gruppo Ilva.
In poche parole, questo comunicato si presenta come un esplicito passo avanti lungo il percorso che dovrebbe portare ArcelorMittal a inglobare nelle proprie attività europee il gruppo Ilva. Un passo avanti, va detto, indubbiamente impegnativo. A valle del comunicato, infatti, due sono i compiti specifici che stanno davanti ad ArcelorMittal. Innazitutto, come ricordato nel comunicato, il gruppo siderurgico dovrà avviare i previsti “processi di informazione e consultazione” sia con i rappresentanti dei lavoratori dei vari stabilimenti coinvolti, che con il Comitato aziendale europeo (Cae). In secondo luogo, dovrà avviare contatti con i possibili compratori cui cedere gli stabilimenti coinvolti dall’opera di dismissione.
Il fatto stesso che l’avvio di questo complesso lavoro venga oggi annunciato, dà insomma l’impressione che la volontà di ArcelorMittal di portare fino a un risultato positivo il tentativo di acquisire il gruppo Ilva permanga salda. E ciò nonostante le numerose difficoltà fin qui incontrate da quando, nella primavera dell’anno scorso, ha battuto gli altri concorrenti nella gara per l’aggiudicazione dei complessi produttivi del maggior gruppo siderurgico italiano.
Va comunque notato che, nel comunicato, si precisa prudentemente che “eventuali vendite”, si immagina di stabilimenti collocati in Europa, saranno condizionate al completamento dell’acquisizione di Ilva” da parte della stessa ArcelorMittal.
@Fernando_Liuzzi