“La vertenza Ilva è in una fase complicatissima e, in attesa di essere convocati dal neo ministro dello Sviluppo Economico, la gestione commissariale continua ad avere un atteggiamento poco trasparente anche in merito al numero di dipendenti che continua inspiegabilmente a salire.
Pare, infatti, che l’organico dell’amministrazione straordinaria, a differenza di quanto previsto anche dalla procedura ex art.47, sia passato, nonostante in questi mesi ci siano stati molti lavoratori fuoriusciti volontariamente, da 13.700 a 14.015. Inoltre, c’è poca chiarezza e nessuna informazione dei lavoratori attualmente impiegato nell’appalto. Il sindacato come al solito viene tenuto all’oscuro nei processi decisionali che impattano sui lavoratori e messo dinanzi a fatti compiuti da parte degli attuali commissari Ilva.
È del tutto incomprensibile che la gestione commissariale, di fronte ad una situazione di completo stallo in cui si trova la trattativa sindacale a causa della mancata garanzia sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali, continui ad assumere dirigenti.
Ci troviamo sempre nello stesso schema di socializzazione delle perdite e privatizzazione dei guadagni!
Il Ministro dello Sviluppo Economico deve necessariamente fare chiarezza e assumere tutte le decisioni conseguenziali su quanto sta accadendo all’Ilva in una fase delicata che prelude alla vendita ad Arcelor Mittal.
Per quanto ci riguarda, le questioni ancora aperte per poter raggiungere l’accordo in sede ministeriale riguardano il piano industriale che è strettamente legato alla salvaguardia occupazionale, compresi i salari e i diritti, di tutti lavoratori attualmente impiegati, oltre a quelli dell’appalto, in quanto ad un aumento della produzione deve corrispondere il mantenimento dei posti di lavoro; il risanamento ambientale e la bonifica dello stabilimento di Taranto al fine di tutelare la salute dei lavoratori e dei cittadini: e l’accordo di programma di Genova”. Lo dichiara una nota Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom-Cgil.