Nel mondo, sottolinea il Rapporto, solo il 20% delle persone in età lavorativa, ma non economicamente attive gode di un effettivo accesso a sistemi di protezione (come sussidi di disoccupazione ecc). Solo il 40% del complesso della popolazione in età lavorativa è coperto per legge da schemi pensionistici contributivi, ma se in Europa e nell’America del Nord la percentuale arriva a quasi l’80% in Africa si ferma a meno di un terzo della fascia considerata. Se nei Paesi ad alto reddito il 75% della popolazione anziana riceve una qualche forma di pensione, nei Paesi a basso reddito la percentuale delle persone con più di 65 anni che gode di prestazioni pensionistiche scende al 20%.
Solo nel 42% dei 184 Paesi analizzati sono previsti per legge schemi di protezione a favore dei disoccupati, mentre meno del 30% della popolazione in età lavorativa mondiale è coperta per legge da una assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Nei Paesi a basso reddito sono soprattutto le donne ad avere una bassa protezione sociale. Nelle aree rurali di questi Paesi non più del 35% delle donne ha accesso a servizi sanitari professionali a fronte del 70% che ha accesso a questi servizi nelle aree urbane.
“L’attuale crisi – afferma il direttore generale dell’Ilo, Juan Somavia – ha evidenziato l’importanza di poter contare su un pacchetto minimo di prestazioni di sicurezza sociale per tutti”. Il rapporto mostra come oggi più che mai sia urgente garantire un’adeguata copertura sociale a tutti, a partire da un sistema di protezione sociale di base così come definito nel Patto globale per l’occupazione dell’Ilo. Il Rapporto inoltre denuncia il taglio della spesa per la protezione sociale per contenere l’aumento dei deficit e debiti pubblici che “non soltanto colpisce direttamente i beneficiari dei sistemi di protezione sociale riducendo gli standard di vita di una larga fascia di popolazione ma, attraverso la domanda aggregata, colpisce, rallenta o ritarda significativamente anche la ripresa economica”. (LF)