I giovani fanno da sempre scelte radicali. Quando vanno alle urne, si schierano, in larga maggioranza, all’opposizione. A giugno, in Italia, alle europee, Pd, verdi-sinistra, 5Stelle hanno raccolto – insieme – il 51 per cento dei voti dei giovani sotto i 30 anni. Fratelli d’Italia, nella sua nuova veste di partito di governo, è risultato primo fra gli over 30, ma fra i giovani si è fermato al 14 per cento. Nelle elezioni di questi giorni in Germania, metà dei giovani sotto i 24 anni ha votato o all’estrema destra o all’estrema sinistra: 21 per cento all’AfD e 25 per cento alla sinistra della Linke.
Tuttavia, è un movimento diseguale, che rivela una frattura profonda, segno di sommovimenti culturali e sociali, forse, epocali. Il voto a sinistra non è affatto uguale a quello a destra. Anzi, non potrebbe essere più diverso. I dati tedeschi confermano che a sinistra votano le ragazze: il 35 per cento delle giovani sotto i 24 anni ha votato Linke e solo il 14 per cento per i neonazisti dell’AfD. Al contrario, fra i ragazzi tedeschi, il 27 per cento dei più giovani si è schierato con la destra e solo il 16 per cento con la sinistra. Le due metà della luna guardano in direzioni opposte.
Se, a destra, l’obiettivo è fermare il tempo e, a sinistra, è accelerarlo, le urne tedesche di domenica confermano le analisi dei sociologi che vedono i giovani maschi di questa generazione dominati dall’ansia e dall’incertezza, in piena crisi di identità, e le ragazze, invece, sempre più provviste di determinazione e autostima. Sono loro a riempire le università e laurearsi in massa, mentre i ragazzi infoltiscono le schiere dei Neet, quelli che non studiano e non lavorano.
Il risvolto politico di questa divaricazione è evidente a livello mondiale. C’è il maschilismo sprezzante della propaganda trumpiana dietro lo smottamento a destra che ha portato Trump alla Casa Bianca. Ma anche nel trionfo del Rassemblement national lepenista, che ha portato al 32 per cento dei voti e al primo posto nei suffragi degli under 34. Nel balzo improvviso dal 7 al 17 per cento, nello stesso comparto demografico, per gli estremisti di Geert Wilders in Olanda. Nel 12 per cento a Nigel Farage e ai pro Brexit più intransigenti fra gli under 24. In Corea, la quota più alta di opposizione alle quote rosa che offrono una corsia preferenziale alle donne non è fra gli anziani, ma fra i giovani maschi sotto i 34 anni.
In una dettagliata analisi dei risultati elettorali di 13 partiti, in 80 diverse elezioni, fra il 2004 e il 2024, Tarik Abou-Chadi, dell’università di Oxford, mostra che lo scivolamento a destra è diffuso nell’elettorato. Ma, al di sopra dei 30 anni, non ci sono, sotto questo profilo, differenze significative fra donne e uomini. Sia per le une che per gli altri, ad esempio, la probabilità di votare a destra crolla dopo i 60 anni. La storia è del tutto diversa sotto i 30 anni, ma mentre per i giovani uomini, la probabilità di votare a destra è cresciuta del 30 per cento, per le giovani donne si è fermata al 22 per cento.
Cruciale, in questa affermazione della destra radicale, il ruolo dei media, affermano i sociologi. Proprio perché ostracizzati dai media tradizionali, gli estremisti di destra hanno concentrato le loro campagne sui nuovi media, imparando a padroneggiare le varie piattaforme, da X a Tik Tok. E hanno così incontrato la platea dei giovani che hanno abbandonato giornali e tv. Al contrario, i partiti tradizionali, abituati all’attenzione dei media abituali, hanno trascurato le piattaforme e faticano a recuperare il terreno perduto.
Il risultato è che quello che ai più anziani sembrano le implausibili e inaccettabili tesi della propaganda MAGA, alla Trump, sono state invece normalizzate e banalizzate attraverso l’eco delle piattaforme digitali.
Questo rende più difficili smontare e contestare le tesi oltranziste. E anche solo fermarne la diffusione. Dall’analisi di Tarik Abou – Chadi risulta che il serbatoio di voti a destra è assai più ampio di quanto sia emerso finora dalle urne. Anche se, alla fine, hanno votato altrove (o non hanno votato), ben il 60 per cento dei giovani maschi ha preso in considerazione la possibilità di votare a destra. Lo smottamento può diventare una frana.
Maurizio Ricci